Il New York Times racconta Federer il campione d’affari: «Gentile e premuroso, è più bravo che in campo»
Il suo brand è la sua vera eredità. Il suo segreto è la gentilezza. Roddick: "Gli invidio la facilità con cui vive più del suo gioco o dei suoi trofei"

Roma 11/05/2015 - Internazionali BNL d'Italia / foto Insidefoto/Image nella foto: Roger Federer
“Nessuna superstar del tennis ha mai costruito un impero finanziario paragonabile a quello di Federer. Questa, più della sua grandezza come giocatore, potrebbe essere la sua vera grande eredità”.
In un lunghissimo articolo tratto dal suo libro Christofer Clarey racconta sul New York Times un aspetto semi-sconosciuto di quello è considerato da molti il più grande tennista forse della storia: l’uomo d’affari. Descrivendone la particolarità che l’ha reso vincente anche da questo punto di vista: la disponibilità quasi maniacale verso gli altri, il rispetto e la gentilezza. Tutte cose lontanissime dal cliché dell’affarista di successo.
“Se il fondamento di quel marchio da miliardi di dollari è stato il suo fenomenale talento in campo e il suo gioco aggraziato, ciò che ha costruito fuori dal campo si è basato anche su alcune qualità estremamente rare: impeccabili istinti strategici, insieme al tipo di personalità che potrebbe essere più adatto a una sala riunioni o a una campagna politica che a un’arena dello sport, il tutto combinato per rendere Roger Federer il più grande giocatore-magnate che il mondo del tennis possa mai vedere”.
Federer fa parte di quel gotha di sportivi capaci di guadagnare più di un miliardo in carriera, al pari di Tiger Woods, Floyd Mayweather, LeBron James, Cristiano Ronaldo e Lionel Messi. In due decenni di vittorie sul campo Federer ha guadagnato circa 130 milioni di dollari in premi ufficiali, secondo nella classifica di tutti i tempi nel tennis dietro ai 152 milioni di dollari di Djokovic. Il resto è arrivato attraverso sponsorizzazioni, compensi per la partecipazione a tornei ed eventi. “Le prestazioni di Federer in questo campo sono state impressionanti quanto le sue prestazioni in campo, forse ancora di più se si considera lo svantaggio con cui ha iniziato”, scrive Clarey. Perché Federer è svizzero, e la Svizzera è sì un posto ricco, ma anche piccolo: il suo appeal per i potenziali sponsor all’inizio della carriera è molto basso.
Federer in questo momento ha un contratto con Uniqlo, il rivenditore di abbigliamento giapponese per il mercato di massa. L’accordo riconosce a Federer 30 milioni di dollari all’anno fino ai suoi 48 anni, anche se si ritirasse dalle competizioni.
Ma il punto di tutto il pezzo è l’atteggiamento di Federer, descritto per episodi.
“È bravissimo con gli sponsor e con gli amministratori delegati”, dice il grande agente Eisenbud. “Ha la capacità di farti sentire che gli importa davvero quello che stai dicendo e che ha tempo per te. Non ti mette mai fretta. Se sei un fan di un evento di cento persone che uno dei suoi sponsor organizza e stai parlando con lui, ti fa sentire che ha tutto il tempo del mondo per parlare con te e ascoltare quello che hai da dire. Penso che sia genuino, e non ho mai visto un altro atleta del genere comportarsi così. Penso che abbia molto a che fare con il modo in cui è stato educato”.
Mike Nakajima, che era un direttore del settore tennis alla Nike, ricorda che Federer un anno è andato in visita al quartier generale dell’azienda a Beaverton, Oregon, per i test delle scarpe presso il laboratorio di ricerca della Nike. Terminati i test uscirono dall’edificio e si stavano dirigendo all’incontro quando Federer si fermò e disse: “Devo tornare indietro”. Nakajima gli chiede se avesse dimenticato qualcosa e Federer gli risponde di essersi dimenticato di ringraziare le persone che lo avevano aiutato con le scarpe. “E così siamo tornati di corsa nell’edificio, al piano di sotto, in modo che potesse dire grazie”, ha detto Nakajima. “Ora quale atleta lo fa?”
Il giornalista chiede a Andy Roddick, l’ex tennista americano ai vertici per molti anni, quanto fosse insolito questo tipo di approccio rispetto ad altri atleti d’élite. “La cosa di cui sono più geloso non è l’abilità nel gioco e non i titoli: è la facilità con cui Roger vive. Ci sono persone che sono grandi quanto Roger in diversi sport, ma non c’è alcuna possibilità che Jordan o Tiger vivano come Roger la vita di ogni giorno”.
Federer vive di compartimenti stagni. Paul Annacone, il suo ex allenatore, ricordato un episodio di Wimbledon 2011, quando Federer perde contro Tsonga ai quarti di finale, dopo aver sperperato un vantaggio di due set per la prima volta nella sua carriera in una partita del Grande Slam. Fu un “momento devastante”. “Pensavo: che gli dico? Come faccio? Lui invece termina le attività di press, saltiamo in macchina e torniamo a casa sua, a 30 secondi da Wimbledon. Mette letteralmente giù le sue borse mentre entriamo dalla porta, si mette le mani sulle ginocchia, e in 30 secondi è sul pavimento con le gemelle, Myla e Charlene, ridacchiando e rotolandosi”.