Il New York Times: «La fine dell’Inter è un avvertimento per il calcio che si fa usare da politica e potere»
"Quello che è successo, da un giorno all'altro, all'Inter è ciò che accade quando i club vengono comprati e venduti non per inseguire la gloria sportiva e nemmeno per il profitto"

Db Milano 30/04/2017 - campionato di calcio serie A / Inter-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Zhang Jindong-Steven Zhang
Il New York Times dedica un lungo articolo alla “parabola dell’Inter”, nel quale riassume l’inizio e soprattutto la fine della favola cinese, dal sogno dei grandi capitali a disposizione alla vittoria dello scudetto fino alla dismissione di questa estate al calciomercato. E come tutte le parabole anche quella dell’Inter, per il NYT, nasconde una morale.
“C’è dispiacere per i tifosi dell’Inter, ovviamente – scrive Rory Smith – ma è una storia semplice su rischio e ricompensa, su costi e benefici, sul prezzo di un sogno fattosi carne. C’è un’innegabile crudeltà in prossimità della celebrazione e del crollo, anche se forse questo è, in sintesi, lo sport: l’assenza di Lukaku quest’anno rende la scorsa stagione ancora più speciale, i ricordi di essa ancora più potente. Per il resto di noi, però, c’è un avvertimento. Quello che è successo, da un giorno all’altro, all’Inter è ciò che accade quando i club vengono comprati e venduti non per inseguire la gloria sportiva o addirittura, per quanto sgradevole possa suonare, il profitto finale. È quello che succede quando il calcio si lascia usare per la politica e, soprattutto, per il potere. L’Inter non è l’unico club che è stato acquistato per motivi diversi dall’amore per il gioco, e non è l’unico club il cui successo dipende non dalle decisioni del campo ma da fattori sociali, politici e correnti diplomatiche che hanno poco o nulla a che fare con il gioco stesso”.