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Gli inglesi sono rimasti a «Ronaldo vince la Champions». La Juve non la trasmettono, a Manchester?

Al campione resiste il talismano, il brand, nonostante il clamoroso flop. Ora i media britannici dicono quel che i colleghi italiani hanno ripetuto per tre anni (prima di abiurare)

Gli inglesi sono rimasti a «Ronaldo vince la Champions». La Juve non la trasmettono, a Manchester?
Porto (Portogallo) 29/05/2021 - finale Champions League / Manchester City-Chelsea / foto Uefa/Image Sport nella foto: Pep Guardiola

Cristiano Ronaldo ha un’etichetta appiccicata addosso, tra le tante, che fa curriculum e vitalizio: lui, per mestiere, vince la Champions. Ed è una certezza depositata alla Siae, un marchio di fabbrica si diceva quando ancora c’erano le fabbriche e non i brand. In questa cementificazione della realtà senza data di scadenza, la Juventus è un apostrofo bianconero tra le parole “non” e “vinco”.

In Italia siamo stati informati di questa cosa – che la Juventus non ha vinto la Champions nonostante Cristiano Ronaldo – solo stamattina, all’apertura dei giornali. Anzi in notturna, quando su Sky in 8 minuti hanno ripudiato la retorica del superuomo trasformando l’idolo delle folle in uno “straniero non integrato”. In Inghilterra la notizia non è ancora arrivata, sarà il fuso o la Brexit. Non guardano Calciomercato The Original. Oltremanica la cantilena è immutata: “ma Ronaldo vince la Champions”. Il “ma” è fondamentale. Tutti gli editoriali a commento del potenziale sbarco di Ronaldo al City si lanciano in lunghe premesse tecnico-tattiche nelle quali garantiscono che trattasi di “operazione senza senso”, e poi ci piazzano quel “ma” fatale.

Così – per citarne qualcuno – il Daily Mail scrive che “compie 37 anni a febbraio, farebbe saltare la struttura salariale del club, non gioca come vuole Guardiola, non lavora sodo senza palla, ha solo una vaga comprensione della disciplina tattica ma…”. Ma vince la Champions.

Il Telegraph ricorda a sua volta che “l’ ultima volta che Guardiola ha lavorato con un giocatore che un ego sulla scala di quello di Ronaldo è stato con Zlatan Ibrahimovic, e non è finita bene“. Ma… lui vuole vincere la Champions.

Il Guardian si dilunga in 50 righe di analisi sull’eredità di Guardiola, per soccombere in un inciso, il solito: ma… eccetera eccetera.

Dando a Ronaldo quel che è di Ronaldo i suoi record rappresentano una polaroid d’un calcio vincente. Di Champions ne ha effettivamente vinte cinque, quattro col Real una allo United. Ha segnato 134 gol, 17 in una sola edizione (2013/14). E’ l’unico ad aver segnato in tre finali. Nell’egoriferimento a tratti patologico della sua carriera, ha messo a servizio di sé compagni e squadre intere, costruendosi l’immagine dell’individualista generoso. Che è un ossimoro molto spendibile nel marketing: così risolutivo da trasformare uno sport collettivo in una vicenda per uomini soli al comando. Il calcio come il ciclismo: un campione, tanti gregari. Poi quell’aura glitterata s’è un po’ afflosciata: nell’ultimo periodo torinese CR7 sacramentava come l’amico insopportabile del lunedì al calcetto.

Al momento del conto anche la stampa amica s’è arresa: “La Juve non solo non ha vinto la Champions, ma ha smesso di vincere anche in Italia”. Chi glielo dice agli inglesi adesso?

Al campione sopravvive il talismano, impermeabile al tempo che passa inesorabile. Il Manchester City – scrivono – ha tutto per vincere quella dannata coppa, gli manca uno spunto. L’amuleto. Basta che a Guardiola stia bene, il che non è proprio scontato.

Se il nesso causale Ronaldo-Champions poteva avere un senso per la Juve del 2018 – indimenticabile il tormentone sul campione che si ripaga con le magliette – la stessa logica non immediatamente traducibile in una realtà in cui l’allenatore ci tiene a vincere a modo tutto suo. Guardiola è a sua volta un solipsista: vuole vincere la Champions – ovvio – ma col suo marchio a fuoco. E’ davvero pronto ad accettare l’ipotesi di prendersi il trofeo e dover smezzare la gloria con l’uomo-che-vince-la-Champions?

Sempre che l’incantesimo non sia sfumato, e resista il canto popolare: Ronaldo vince la Champions. Ma.

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