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La Turchia non costruisce dal basso, palla lunga per la fisicità di Burak Yilmaz

Alla scoperta della nazionale con cui inizierà il percorso dell’Italia agli Europei. Il ct è arrivato alle semifinali dei Mondiali nel 2002, attenzione a Calhanoglu e Yazici

La Turchia non costruisce dal basso, palla lunga per la fisicità di Burak Yilmaz

Il percorso dell’Italia agli Europei comincia dalla Turchia che gli Azzurri affronteranno domani sera nella gara inaugurale che darà inizio al torneo. Nel girone la Nazionale è stata sorteggiata con Svizzera e Galles: è plausibile sostenere che sia proprio il primo impegno il più difficile e ora più che in altri casi una vittoria sarebbe già un’importante ipoteca sul passaggio del turno.

I turchi sono guidati da Şenol Güneş, vecchia gloria del Trabzonspor e una figura a cui tutto il popolo è affettuosamente legato. Era sempre lui, infatti, il commissario tecnico nella favolosa spedizione ai Mondiali del 2002, quando la Turchia arrivò in semifinale e chiuse al terzo posto dietro Brasile e Germania. Il primo ciclo si concluse dopo la mancata qualificazione agli Europei del 2004. È tornato nelle vesti di selezionatore nel 2019, dopo aver conquistato due titoli nazionali sulla panchina del Besiktas.

I precedenti sono molto a favore dell’Italia che non ha mai perso contro la nazionale turca: sette vittorie e tre pareggi. Uno dei successi fu la prima sfida degli Azzurri agli Europei del 2000 e domani saranno ventuno anni esatti da quella gara.

Il modulo adottato da Güneş è tendenzialmente il 4-4-2. Nelle amichevoli che hanno preceduto l’Europeo ha provato Under nel ruolo di seconda punta, anche se la maglia da titolare accanto a Burak Yilmaz, uno degli uomini decisivi per la vittoria del campionato del Lille, potrebbe andare a Karaman. Dal primo minuto anche gli “italiani” Demiral al centro della difesa e Calhanoglu che invece è schierato teoricamente più largo. Attenzione a Yazici, centrocampista sempre del Lille capace di segnare una tripletta a San Siro contro il Milan nella scorsa Europa League. In ballottaggio la presenza di Muldur e Ahyan, entrambi del Sassuolo.

In fase di possesso, la Turchia alza moltissimo gli esterni di difesa per permettere ai laterali alti di accentrarsi, così da trovare una posizione più favorevole per battere a rete. Non è una squadra che si perde a costruire dal basso, puntando molto sulla fisicità di Burak Yilmaz, spesso cercato con palle lunghe dalle retrovie. Nel complesso, a parte i giocatori citati e riconosciuti come di un certo livello, il resto della squadra non è particolarmente tecnico. Inoltre la fisicità dei difensori non si associa con l’agilità e questo potrebbe un aspetto su cui puntare per gli esterni dell’Italia.

Quando invece non hanno la palla, i turchi si posizionano con una linea a cinque, dove il mediano (generalmente Yokuslu) si posiziona in mezzo ai centrali di difesa per favorire le diagonali, anche se il centrocampo non è sempre reattivo nel chiudere gli spazi e la pressione isolata di Yilmaz sulla prima impostazione avversaria è spesso vana.

Ci saranno assenze pesanti da una parte e dall’altra: l’Italia dovrà rinunciare a Pellegrini, la Turchia dovrà fare a meno di Cenk Tosun, l’attaccante del Besiktas che era stato allenato in passato da Güneş.

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