Domenica non è successo nulla. Non è Juventus-Amburgo, non c’è nulla di sorprendente. A meno che non crediate alla propaganda

È giusto tornare su Napoli-Verona. A Napoli non si parla d’altro. Circolano le ipotesi più fantasiose. Persino che sia stato De Laurentiis a voler perdere i 50 milioni della Champions per non avere poi l’obbligo di allestire una squadra. Siamo oltre l’iperuranio, siamo al largo dei Bastioni di Orione. Noi sappiamo che De Laurentiis è arrivato allo stadio pochi minuti prima dell’ingresso dei calciatori, li ha salutati e non ha potuto fare neanche la scaramantica ola.
Però vorremmo qui analizzare un altro aspetto. Che cosa ha sorpreso della partita di domenica sera?
Ci spieghiamo. Non ci troviamo di fronte a Juventus-Amburgo finale di Coppa dei Campioni con i bianconeri che avevano travolto i campioni in carica dell’Aston Villa e li avevano fatti apparire una corazzata. Né di fronte al Brasile del 98. Gli esempi nel calcio sono innumerevoli. Per fortuna. È il sale dello sport.
Ci sono due strade da seguire. Uno è il percorso storico di questo Napoli che puntualmente, da oltre dieci anni, fallisce tutti gli appuntamenti decisivi. E ne abbiamo scritto con le considerazioni su un gruppo abituato a perdere, che di fatto sa soprattutto (se non solo) perdere.
L’altro è il percorso del Napoli di Gattuso. E ci chiediamo: ma – di grazia – che cosa ci ha sorpresi domenica sera? Evidentemente la sorpresa è frutto di un giudizio a nostro avviso profondamente alterato di questo Napoli.
Nel corso della prima stagione il Napoli di Gattuso non ha praticamente mai sfoderato alcuna partita memorabile. Vogliamo qui ricordare la vittoria sulla Lazio in Coppa Italia con Immobile che scivola dal dischetto alla John Terry e noi che facciamo due tiri in porta? Sì, abbiamo vinto la Coppa Italia. Abbiamo segnato un gol al Barcellona in una partita in cui ci siamo difesi per ottanta minuti su novanta. Ecco Barcellona. Vogliamo ricordare la partita di ritorno? Vogliamo ricordare l’unica partita che lo scorso anno contava nella rincorsa Champions, ossia quella a Bergamo contro l’Atalanta? Lo facciamo noi: la squadra di Gasperini accelerò un pochino a inizio secondo tempo e ci travolse. Due a zero e tutti a casa. Caliamo un velo pietoso sulla sconfitta in casa col Lecce con doppietta di Lapadula (LA-PA-DU-LA). Finimmo settimi. Ovviamente con le ovazioni della stampa in adulazione perpetua di Gattuso. Settimi e contenti. Settimi e soddisfatti. Nonostante il tecnico calabrese fosse arrivato col Napoli settimo e avesse definito quella classifica imbarazzante. Eppure eravamo a otto punti dalla quarta. Con lui finimmo a sedici. Orgogliosi di aver segnato un gol al Barcellona, come si conviene ai parvenù.
Passiamo alla seconda stagione con l’attuale mister della Fiorentina in panchina. Visto che Gattuso può contare sul più grande apparato mediatico-propagandistico che la storia del calcio ricordi (Obama al confronto è un pivello), è passato il concetto (FALSO) che il Napoli è stato vittima degli infortuni. Perdonate. Abbiamo avuto assenze e infortuni quando abbiamo perso in casa con l’Az? Abbiamo avuto assenze e infortuni quando abbiamo perso in casa con il Sassuolo? Abbiamo avuto assenze e infortuni quando abbiamo perso in casa con il Milan? Ricordiamo che appena quattro giorni prima della sconfitta in casa con lo Spezia, il Napoli ha passeggiato 4-1 a Cagliari.
Ma veniamo alle partite decisive. Decisive. A Milano con l’Inter il Napoli ha giocato. Sì, è stato sfortunato. Ma ha perso. Anche nel girone di ritorno, quando allo Stadium si è giocata la partita rinviata, il Napoli è venuto meno e ha perduto. Il match del tweet “a testa alta” di De Laurentiis. Vogliamo ricordare la prestazione offerta al ritorno contro il Granada che ha concluso al decimo posto la Liga? Oppure la semifinale d’andata di Coppa Italia a Fuorigrotta contro l’Atalanta? Partite a dir poco imbarazzanti. Nemmeno un tiro in porta. Vogliamo ricordare il non gioco espresso nella Supercoppa contro una Juventus derelitta?
Dobbiamo scindere il tambureggiante lavoro propagandistico dai risultati e dalla prestazioni offerte dal Napoli di Gattuso. Sì il girone di ritorno è stato ottimo. Ma si gioca anche quello di andata. E anche a Firenze, altra partita decisiva, il Napoli ha rischiato di non vincere. Ha vinto grazie a un ingenuo fallo di rigore commesso dalla Fiorentina. E Insigne – ricordiamolo – ha sbagliato il rigore. Come lo ha sbagliato in Supercoppa. Poi, a Firenze, per fortuna, ha segnato su rimpallo. Già a Firenze eravamo rosi dalla tensione. Per non parlare di alcune vittorie, come il 4-3 sul Crotone, in cui si sono registrati black-out.
E infine il Verona. Potrebbe anche essere accaduto qualcosa. Potrebbe. Non osiamo immaginare cosa, però. Qualcosa di diverso dalle tesi assurde circolate in questi giorni. Però potrebbe anche essere – e noi propendiamo per questa ipotesi – che sia andata in scena una prestazione assolutamente in linea con quanto mostrato dal Napoli di Gattuso in diciotto mesi. Va bene la propaganda, ma ricordiamo che parliamo di una squadra che ha perduto tredici partite in stagione. Tredici, di cui nove in campionato. Che è stata eliminata dal Granada ai sedicesimi di Europa League. Razionalmente, l’1-1 col Verona non ha proprio nulla di sorprendente. Chi è impermeabile alla propaganda, aveva già materiale per credere che non fosse accaduto nulla. È semplicemente successo che ha giocato il Napoli che negli ultimi dieci anni ha fallito quasi tutti gli appuntamenti decisivi. E per di più stavolta era allenato da Gattuso.