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Nel Napoli la rivoluzione sarà doppia: allenatore e direttore sportivo

I rapporti con Giuntoli sono ai minimi termini. Ma ha un contratto. In caso di sua permanenza, potrebbe arrivare un supervisore dell’area tecnica

Nel Napoli la rivoluzione sarà doppia: allenatore e direttore sportivo
Foto Hermann

Nell’intervista al Corriere dello Sport, Carlo Ancelotti ha dedicato tre parole tre al Napoli. Alla frase di Zazzaroni: “Ti ha fatto fuori De Laurentiis”, ha risposto: «Non è esatto». Ed è così. Nel senso, chiariamolo ancora una volta, che De Laurentiis si è lasciato convincere dai suoi più stretti collaboratori Giuntoli e Chiavelli (come spiegammo mesi fa, anche a proposito dell’operazione Ibrahimovic che naufragò).

La rottura con Ancelotti è una ferita che è rimasta nella memoria del Napoli e soprattutto del suo presidente. De Laurentiis ha attraversato un periodo che potremmo definire di confusione, in cui ha smarrita la bussola (non gli era mai successo). L’ammutinamento fu un evento traumatico. Il nostro pensiero lo abbiamo espresso sin troppe volte, l’ammutinamento è stata la conseguenza di una politica societaria troppo incline al compromesso e alla mancanza di coraggio. I nodi sono venuti tutti al pettine ed è successo quello che è successo.

Ora, De Laurentiis è alla vigilia di scelte importanti. Che riguardano la direzione tecnica del Napoli: allenatore e direttore sportivo. De Laurentiis deve scegliere l’uomo cui affidare la ripartenza della squadra. E il futuro prossimo del Napoli. I nomi ormai li conosciamo: da Allegri, che sarebbe certamente il preferito, a Spalletti con cui in questi mesi è nato e si è consolidato un rapporto, a Galtier che però sconta la scarsa conoscenza del campionato italiano, a Simone Inzaghi che sa come lavorare in società snelle, e che ha ottenuto ottimi risultati con un budget certamente non faraonico.

C’è anche la figura del direttore sportivo. I rapporti tra De Laurentiis e Giuntoli sono da mesi ai minimi termini. Giuntoli ha un contratto, anche lauto, e quindi è blindato. Ma in questi casi è comunque difficile proseguire come se nulla fosse, si tratta di incarichi di rilievo in una società. Anche con Giuntoli parte della frattura risale all’ammutinamento, alla gestione del rapporto con i calciatori. Senza trascurare alcuni acquisti – anche onerosi come Lobotka – che si sono rivelati fin qui completamente sbagliati. Giuntoli potrebbe anche rimanere a Napoli ma non più come principale responsabile dell’area tecnica. De Laurentiis potrebbe ingaggiare una figura di prestigio che vada a ricoprire il ruolo di supervisore. In un solo caso Giuntoli potrebbe restare con gli stessi poteri, ossia se dovesse tornare Maurizio Sarri: ipotesi che al momento appare poco probabile.

Il Napoli è quindi alla vigilia di quella che in questi casi viene definita una rivoluzione. Rivoluzione dell’area tecnica che arriva oltre un anno e mezzo dopo l’ammutinamento e la separazione con Ancelotti che restano i due eventi traumatici che hanno segnato De Laurentiis e il club. In genere il presidente è una persona in grado di imparare dai propri errori. Il nuovo Napoli dovrà avere una figura manageriale in grado di gestire i rapporti con i calciatori e di stabilire le regole, oltre a saper muoversi sul mercato e in quel caso le trattative potrebbero essere gestite anche con Giuntoli che rimarrebbe come numero due dell’area tecnica.

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