Il boicottaggio social del calcio inglese non è servito a niente: razzisti di nuovo contro Sterling

Lo sciopero voleva lanciare un avvertimento alle piattaforme: fate qualcosa. Ma gli abusi sono ripresi ovviamente come se niente fosse

razzismo

Raheem Sterling del Manchester City ha subito abusi razzisti su Instagram appena 48 ore dopo la fine del boicottaggio sui social media del calcio inglese. Le offese sono arrivate dopo la vittoria in semifinale di Champions League contro il Paris Saint-Germain.

Pensavano lanciasse un segnale forte, il boicottaggio generale sui social. Ma due giorni non sono nulla, e i razzisti da tastiera hanno ripreso da dove s’erano interrotti.

Facebook, che possiede Instagram, ha dichiarato: “L’abuso razzista a Raheem Sterling è inaccettabile e non lo vogliamo su Instagram. Abbiamo rimosso il commento e preso provvedimenti contro l’account che lo ha pubblicato. Come parte del nostro lavoro in corso in questo spazio, presto lanceremo nuovi strumenti per impedire alle persone di leggere messaggi offensivi inviati da estranei. Nessuna singola cosa risolverà questa sfida dall’oggi al domani, ma ci impegniamo a fare il possibile per proteggere la nostra comunità dagli abusi”.

Uno studio commissionato dalla PFA, pubblicato lo scorso ottobre, ha esaminato i post sui social media diretti a 44 giocatori. Ha rilevato più di 3.000 messaggi esplicitamente offensivi diretti ai giocatori solo Twitter. Il 50% rivolti a soli tre giocatori: Adebayo Akinfenwa, Wilfried Zaha e Sterling.

Sterling aveva commentato così all’epoca: “Non so quante volte ho bisogno di dirlo, ma il calcio e le piattaforme dei social devono intraprendere azioni adeguate per contrastare gli abusi online. La tecnologia è lì per fare la differenza, ma mi chiedo sempre più se ce ne sia la volontà “.

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