El Pais: “I rigori decisi al Var sono l’Everest dei guai, sanguinosa giustizia asimmetrica”
" La Var intollerante coi i centimetri lascia gli arbitri liberi di sbagliare. Piace solo a quelli che amano la tecnologia più del calcio"

Se in Italia il dibattito verte su Mazzoleni e – incredibilmente – su eventuali complotti anti-merdionalisti, in Spagna sotto accusa c’è la Var in tutta la sua pregnanza tecnologica e anche filosofica. Non tanto chi è deputato a usarla, ma proprio il sistema in sé.
In Real Madrid-Siviglia è successo un casino che potrebbe avere effetti sulla Liga. “Tutto ciò che poteva andare storto è andato storto”, riassume El Pais. Benzema (“un monumento alla frustrazione”) s’è visto annullare un gol dopo aver rivisto un’azione in cui Odriozola era finito mezzo piede davanti all’ultimo difensore avversario. In termini strettamente calcistici, Odriozola non ha tratto alcun vantaggio dalla sua posizione. L’arbitro ha decretato il gol, ma il VAR ha tirato le linee, ha preso il centimetro e ha annullato. “Per i sostenitori dell’entomologia era l’apoteosi della giustizia. Per qualsiasi hobbista senza ossessioni microscopiche, una calamità”, scrive Santiago Segurola.
A Benzema poi hanno annullato un rigore quando stava per tirarlo. Dicendogli, che era stato invece rilevato un rigore nell’area del Madrid, 10 secondi prima, per un fallo di mani di Militão molto dubbio. Ed ecco il punto.
“In nome della giustizia, il VAR presiede un sistema oggettivo, soggettivo e indifferente allo stesso tempo. È inflessibile con il centimetro in alcuni casi, e molto flessibile con i conflitti in area, dove diversi arbitri, uno in campo e altri chiusi in una stanza, si interrogano a vicenda per giudicare azioni su cui a volte sono d’accordo e altre no”.
“La VAR, ardentemente difesa da chi ama la tecnologia più del calcio, passa senza arrossire dall’intolleranza centimetrica al tutto interpretativo. Ci sono azioni che meritano la ponderata deliberazione degli arbitri, ma altre simili passano inosservate e nessuno viene consultato”.
“I rigori, o i non-rigori, sono una categoria a parte, l’Everest dei guai. Il mani in area mette in discussione le leggi fisiche della natura e rischia di trasformare i calciatori in pezzi di calcio balilla: temono le proprie braccia più che i dribbling di Messi. Gli sforzi dei giocatori per nascondere le braccia cercando di bloccare un tiro, torcendo il corpo, producono irritazione e tenerezza. Fuori dall’area possono tornare alla loro condizione precedente, quella di calciatori. Lì non sono soggetti all’occhio del VAR, il cui peculiare senso di giustizia incoraggia un rigore microscopico in alcune parti del campo e disinteresse in altre. La giustizia asimmetrica è la più sanguinosa delle ingiustizie”.
Segurola conclude così:
“La VAR è più di un triste e contraddittorio sistema di controllo del gioco d’azzardo. Si tratta di una parte essenziale di un processo di denaturazione che avanza a pieno ritmo, senza dissimulazioni, sprezzante dei principi che hanno reso il calcio il gioco più popolare del pianeta”.