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Primavera 71, Mazzola entrò nello spogliatoio di Gonella e cambiò verso a Inter-Napoli

Inter-Napoli che decise lo scudetto. Trent’anni dopo, Mazzola confessò a Repubblica. Gonella diede un rigore per svenimento

Primavera 71, Mazzola entrò nello spogliatoio di Gonella e cambiò verso a Inter-Napoli
Il gol del 2-1 di Boninsegna, con la complicità di Zoff

Lo scippo di San Siro nel prima giornata di primavera del 1971. Mazzola entrò nello spogliatoio dell’arbitro e il Napoli si fece rimontare.

Accadde cinquant’anni fa quando il Napoli di Chiappella era in lotta per lo scudetto. Solo contro le due milanesi. Scontro diretto a Milano, sponda nerazzurra, all’andata gli azzurri vinsero per due a uno. Quel 21 marzo passano in vantaggio con José Altafini che infila Vieri dopo un colpo di testa di Totonno Juliano. Capirete. Ammutoliti tutti. I terun che strappano la gloria scudettata alle milanesi. Non sia mai detto tantomeno pensato!

Burgnich si fa cacciare fuori per un fallo su Umile e gli interisti cominciano a fare i conti con la realtà. “Se escono da qui con i due punti, siamo finiti”. Il primo tempo terminò con il fango e il cupo cielo che nulla aveva a che vedere con il primo giorno di primavera. Mazzola incavolato come mai lo si ricordi, entra direttamente nella stanza dell’arbitro Gonnella (come lui stesso ha confessato a La Repubblica nel 2011).

“Finito il primo tempo, mentre i compagni sono nello spogliatoio, io mi dirigo in quello dell’arbitro Gonella. Entro come una furia e lo aggredisco verbalmente. Rammento di avergli detto che non poteva arbitrare in quel mondo, che ci stava penalizzando gravemente e di aver usato qualche espressione colorita il cui senso era: o si dà una regolata o da San Siro usciamo tutti fritti: noi, perché perdiamo partita e scudetto e lei, perché con il suo arbitraggio sarà stato il principale responsabile della sconfitta”.

Insomma la storia della sudditanza è atavica. Il povero arbitro internazionale che si vede il buon ed elegante Sandro Mazzola a due centimetri resta sgomento. Riesce a dire soltanto “Come si permette, esca subito fuori”. Ma il più era fatto. Nel secondo tempo le cose cambiano. Il capitano dell’Inter dopo la sfuriata, che non gli costò nemmeno un giallo o un richiamo (immaginiamo), si tuffa in area sfiorato da Panzanato e Gonella fischia calcio di rigore. Testimoni oculari raccontano di un Dino Zoff incredulo, di isterismi napoletani e di rassegnate facce prostrate al potere unidirezionale. Pareggiano, con Bonimba che si ferma prima di calciare ma l’arbitro era ancora chiuso nella stanza a risentire la voce del capitano. Boninsegna ne realizza un altro perché Dino, stordito dai fattori esterni, fa una delle sue poche papere in carriera e leggenda vuole che Corrado Ferlaino da quel giorno pretese un dirigente addetto alla porta degli spogliatoi dell’arbitro per evitare che accadessero altri episodi simili. La storia poi ci presenta una situazione analoga in futuro ma parliamo di altre…Strisce.

L’Inter alla fine vincerà lo scudetto e Mazzola, quarant’anni dopo dirà: “Col senno di poi, probabilmente, misi addosso un tale senso di colpa a Gonella che finii per condizionare il suo arbitraggio. Ma penso che avremmo vinto lo stesso, in quella squadra c’erano sei o sette giocatori dell’Inter che aveva dominato il mondo”. Oggi sarebbe stato squalificato per tre o quattro turni, no? Forse…

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