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Per Crisanti, Galli e Sileri «il rischio ragionato» di Draghi non è stato ragionato poi tanto bene

 E’ troppo presto, dicono, ci sono ancora troppi positivi e troppe persone ancora da vaccinare. Pensare alle riaperture ora vuol dire che «l’estate sarà a rischio e dovremmo richiudere» 

Draghi ieri ha parlato di «rischio ragionato», ha chiarito che è diverso da dire «calcolato», ma è tempo di riaprire, di riprendere a vivere, dal 26 aprile prossimi. Riapriranno i ristoranti, le scuole, le palestre e le piscine. L’andamento dei vaccini lascia ben sperare.

C’è però chi non ritiene che i rischi siano stati ragionati a sufficienza. Come il direttore del reparto di Malattie Infettive del Sacco di Milano, Massimo Galli, che ospite ieri a Otto e Mezzo, su La7, ha dichiarato:

«Abbia pazienza: decidiamo di riaprire e abbiamo ancora più di 500 mila casi di attualmente positivi. Il rischio calcolato del governo è calcolato male».

Anche il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri ci va piuttosto cauto. In un’intervista a Open, dichiara:

«Dobbiamo essere realisti. I dati di oggi raccontano di un miglioramento e questo fa ben sperare. Ma riaprire così in anticipo può essere sbagliato. C’è un decreto che scade il 30 aprile. La soluzione poteva essere quella di arrivare alla scadenza e ragionare sul mese di maggio con le colorazioni delle regioni. Già dai primi del mese alcuni territori sarebbero tornati in giallo, forse qualcuna in arancione o rossa. Sarebbe potuto essere necessario un sacrificio per lasciar consolidare i numeri e quindi riaprire progressivamente cinema, teatri e ristoranti, considerando come periodo sicuro quello a partire dal 15 maggio. E poi ancora più libero e sicuro quello a partire dai primi di giugno».

Ci sono ancora troppe persone da vaccinare, la popolazione non è ancora in sicurezza, dichiara Sileri.

Sulla stessa linea di pensiero è anche Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia e virologia dell’Università di Padova, ex consigliere del governatore del Veneto, Luca Zaia. All’Adnkronos ha dichiarato:

«Con una situazione di contagio elevato, pensare alle riaperture vuol dire che tra un mese avremo un aumento dei casi di Covid-19 e l’estate sarà a rischio e dovremmo richiudere».

 

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