ilNapolista

Non è stata una partita da SuperLega, l’Inter ha ottenuto il pari che voleva

Napoli-Inter 1-1. La squadra di Conte ha accelerato soltanto dopo lo svantaggio. Il Napoli ha ben giocato contro un avversario più forte

Non è stata una partita da SuperLega, l’Inter ha ottenuto il pari che voleva
foto Hermann

Nella domenica che rischia di passare alla storia come quella che sconvolse il calcio, è difficile stabilire quanto valga Napoli-Inter. Fino a ieri era una sfida decisiva per le sorti Champions della squadra di Gattuso. Adesso con la rivoluzione in atto nei piani alti del calcio, con la nascita della SuperLega la Champions dei ricchi, è difficile riorganizzare le idee. Se il colpo di Stato dovesse andare in porto, il Napoli andrebbe in Champions che però sarebbe una Champions minore.

Resta una sfida fondamentale, più per il Napoli che per l’Inter: i nerazzurri lo scudetto lo hanno praticamente già vinto.

L’impressione è che l’Inter non sia venuta a Napoli con il sangue agli occhi. È come se avesse giocato per il pareggio. Ogni tanto ha premuto sull’acceleratore e si è visto. Ha un peso specifico diverso rispetto al Napoli. La squadra di Conte, soprattutto nel primo tempo, è parsa fin troppo rinunciataria. Si è ravvivata dopo l’autogol di Handanovic. Poi, nel finale, con Mertens al posto di Osimhen, fiammata del Napoli che ha colpito una traversa con Politano e magari con un po’ di fortuna in più avrebbe potuto vincere. Gattuso e i suoi restano quinti in classifica, a due punti dalla Juventus, a quattro dall’Atalanta e a sei dal Milan. La Lazio è sesta due punti sotto ma con una partita da recuperare, a Torino col Torino.

Primo tempo.

Il Napoli gioca, pressa alto, Conte lascia fin troppo l’iniziativa agli avversari che indossano la maglia speciale. Come detto, quasi rinuncia a giocare, limitandosi a farlo di rimessa o in ripartenza.  Lo spettacolo non è di quelli per cui gli sponsor farebbero la fila, giusto per rimanere in tema, soprattutto per responsabilità della capolista. L’ordine di Conte è attendere il Napoli sulla tre quarti e infatti gli uomini di Gattuso vi arrivano con una certa facilità senza però mai rendersi pericoloso. L’Inter, invece, fa sempre male quando riparte. Avere Lukaku in squadra fa tutta la differenza del mondo. In attacco nel Napoli gioca per 74 minuti Osimhen la cui prestazione possiamo definire non memorabile. Il sito whoscored lo accredita di dieci i palloni toccati in tutta la partita: se non è un record negativo, poco ci manca.

Eppure è il Napoli a segnare per primo, Insigne va sul fondo, tira e Handanovic pasticcia con l’incombente de Vrij: il pallone rotola in porta. È uno a zero. Prima e dopo, la squadra può contare un errore di Darmian che solo davanti preferisce mettere in mezzo (ed è bravo Insigne a chiudere), una traversa scheggiata da Lukaku, un palo di Lukaku e un gol sbagliato da Barella che si allunga troppo il pallone davanti a Meret. L’impressione è che ogni volta si affaccia nei pressi dell’area del Napoli, l’Inter possa segnare. A porte invertite, non si avverte la stessa sensazione. Certo non abbiamo bisogno della partita di stasera per scoprire che la squadra di Conte è più forte, più organizzata, altrimenti non sarebbero primi in classifica per distacco.

A fine primo tempo il Napoli non ha rubato nulla, anche se l’Inter ha creato più occasioni. La squadra di Gattuso ha giocato con molta attenzione.

La ripresa comincia a ruoli invertiti. Il Napoli rincula, l’Inter si affaccia e diventa padrone del campo. Pareggia dopo dieci minuti con un sinistro perfetto in diagonale di Eriksen. Il cross nasce da un cross basso di Hakimi su cui forse Meret sarebbe potuto intervenire. Dopo il pareggio, l’Inter abbassa nuovamente il ritmo. Come da tradizione delle squadre italiane. Quando Gattuso inserisce Mertens al posto di Osimhen, qualcosa cambia. Politano colpisce una clamorosa traversa di destro. Poi, nel finale, il pari va bene a tutti.

ilnapolista © riproduzione riservata