“Poco o nulla, se non un senso di impunità”. “Nessuno mette in dubbio l’interesse a privilegiare i calciatori” ma “i trattamenti di favore bisogna saperseli meritare”

Va bene, poi arrivano anche le scuse. Ma i buoi ormai sono scappati e hanno fatto anche molto rumore. Ma che cosa deve passare nella testa di McKennie, Arthur e Dybala (se erano solo loro, poi) quando decidono di organizzare una cena di gruppo in piena pandemia? Poco o nulla, se non un senso di impunità. Tutelati, tamponati, isolati e curati: nessuno mette in dubbio l’interesse a privilegiare i calciatori, fanno girare l’ingranaggio. E di che valore poi. Ma i trattamenti di favore bisogna saperseli meritare e invece nulla, c’è sempre qualcuno più uguale dell’altro“.
E’ il commento di Paolo Brusorio, su La Stampa, alla cena fuorilegge a casa del centrocampista della Juventus McKennie. E richiama anche le violazioni di Ronaldo e anche quelle di Ibra.
“Il calcio sta vivendo stagioni anomale, ogni partita di una nazionale è una monetina tirata in aria. Se poi sono tre, come nel caso degli azzurri, dalla bolla al focolaio è un attimo. Garantire l’immunità era una dei capisaldi per andare avanti. Si procede a strappi, operazione non facile. Ai calciatori viene meglio, appunto, con l’impunità. Meglio se di gregge”.