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C’era una volta la Juventus che nascondeva risse e altro. Oggi la società non c’è più

Sul Giornale: “La Juve ha smarrito la propria identità in campo e in sede, i dirigenti si sono distinti per comportamenti volgari e violenti, non è successo nulla”

C’era una volta la Juventus che nascondeva risse e altro. Oggi la società non c’è più

Tony Damascelli, su Il Giornale, centra la questione: la debolezza societaria della Juventus. Definisce McKennie-Arthur-Dybala “una combinazione tattica di mediocri risultati sul campo, in balera però vanno alla grande”.

Damascelli scrive che

i tre screanzati ai tempi di Boniperti o Moggi oggi sarebbero al prato, cioè ad allenarsi con i ragazzini delle giovanili o dell’Under 23, per provare il sapore del fango e pagare una legnata di multa (Montero era il capo dei sudamericani pronto a firmare l’ammenda da mezzo milione di euro).

La multa della Juve, secondo lui, sarà robetta.

La Juventus ha smarrito la propria identità in campo e in sede, insegue modelli che non appartengono alla sua storia, alla sua tradizione, i dirigenti si sono distinti per comportamenti volgari e violenti, non è successo nulla, si procede tra feste e allegrie di
allenamenti. (…) C’era il tempo in cui accadeva anche di peggio, calciatori ubriachi, risse, incidenti d’auto ma il minculpop bianconero teneva sotto traccia gli eventi. Ma allora non c’era il Covid, non c’erano i decreti del governo, non c’era
un Paese in sofferenza. Però c’era la Juventus.

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