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Paratici: “Non è una partita che cambia la programmazione. Siamo contenti di Pirlo”

Il dirigente della Juve a Sky: “Transizione? Se riguarda solo i risultati, allora ci sono squadre che sono in queste condizioni anche da dieci anni”

Fabio Paratici, capo dell’area sportiva della Juventus, ha commentato la sconfitta col Benevento ai microfoni di Sky Sport.

Non è stata una partita prevista. Sono qui solo per sottolineare il fatto che abbiamo dato tante gioie, mentre oggi c’è grande amarezza. Abbiamo giocato una brutta gara. Il campionato va avanti, ora mettiamo giù la testa e pedalare per migliorare.

Se si gioca nella Juventus, ci sono giocatori di livello e abituati ad avere pressione: abbiamo giocato una brutta gara, ripeto. Dobbiamo solo abbassare la testa, oggi abbiamo fatto davvero male.

Rigore su Chiesa? Non ci interessa commentare gli episodi, le gare si devono valutare senza. Non l’ho nemmeno rivisto, mi sembrava fallo ma non importa.

Errore di presunzione? Ne possiamo parlare tre giorni sul perché abbiamo giocato una gara non positiva. Ci sono tanti aspetti da analizzare, lo faremo nelle prossime due settimane e avremo tempo per parlarne. Non è stata una prova alla nostra altezza.

Futuro? Abbiamo una programmazione, non è una partita che sposta le nostre idee. Andremo avanti per la nostra strada. Pirlo? Anche lui rientra in questo discorso, siamo molto contenti di quanto fatto. Cristiano Ronaldo è il miglior calciatore del mondo, lo abbiamo noi e ce lo teniamo stretto.

Non eravamo insoddisfatti degli allenatori precedenti, ci sono state motivi diversi per il fatto che abbiamo cambiato. Non è una sconfitta o una vittoria a determinare il futuro di un club: se si ha una visione chiara poi si segue. Vedremo se sarà stata la scelta corretta o meno. Anno di transizione? Questa parola non esiste alla Juventus, giochiamo sempre vincere. Poi alcune stagioni vanno peggio, altre meglio. Le annate sono importanti anche per una crescita che possa dare risultati negli anni successivi. Se la transizione riguarda solo i risultati, allora ci sono squadre che hanno avuto anche dieci anni di transizione e qualcuno non è nemmeno riuscito a costruire qualcosa.

Siamo qui da undici anni, abbiamo sempre cambiato. La gente probabilmente non se n’è accorta ed è passato tutto in secondo piano. Per vincere abbiamo compiuto scelte difficili, che hanno permesso i successi successivi. Se poi non si riesce a vincere, può succedere. Da quando sono qui, almeno 7-8 volte si è detto che è finito un ciclo. Ne abbiamo già fatti parecchi continuando a vincere, ci siamo dovuti prendere dei rischi: a volte si riesce a costruire e vincere insieme, altre no.

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