Il ritorno di Laporta al Barca, il Re Sole che governa sulle macerie degli altri
Ha vinto la nostalgia. Il nuovo "vecchio" presidente costruì le sue fortune sulle rovine di Gaspart, oggi torna a governare dopo Bartomeu. Ma il futuro di Messi condizionerà tutto

Joan Laporta è il nuovo presidente del Barcellona. Ed è subito 2003.
El Pais lo chiama “il Re Sole” per il riferimento alla metafora del sole che torna risplendere sul buio del Camp Nou. E per il curriculum che l’ha rimesso su quella poltrona lasciata nel 2010. La nostalgia dei trionfi, ora che il Barcellona attraversa la sua crisi più nera, col presidente uscente, Bartomeu, agli arresti domiciliari.
Laporta era già stato presidente del Barcellona dal 2003 al 2010. Sette anni in cui arrivarono Rijkaard e Ronaldinho, poi Pep Guardiola, Messi e Iniesta. Ma soprattutto 11 trofei: 4 campionati, 2 Champions, una Copa del Rey, 3 supercoppe spagnole, una supercoppa europea e un Mondiale per club.
Così come costruì le sue fortune sulle rovine del mandato di Joan Gaspart, oggi torna a governare sulle macerie lasciate dalla “malagestione” di Bartomeu.
“Nessuno ha condizionato la vita del Barça più di Laporta”, scrive El Pais. “Laporta è stato colui che è cambiato nel tempo senza cessare di essere Laporta. Ha il dono di presentarsi come il personaggio giusto nel momento ideale. Ma c’è una differenza abissale tra il presidente del 2003 e quello del 2021. Viaggia senza specchietto retrovisore, non ha rancore ed è maturato così tanto che se prima minacciava di licenziare tutti quelli che lo incrociavano, ora è disposto a parlare con ognuno informandosi sulla loro situazione”
Secondo la stampa spagnola Laporta è rassicurante: di lui si sa già tutto, errori compresi. “La sensazione generale è che non è necessario approfondire ulteriormente i suoi affari con l’Uzbekistan, lo spionaggio e nemmeno se ha messo a rischio l’economia del club”. Laporta è uno che ha portato la sponsorizzazione dell’UNICEF sulle maglie del Barca dopo aver negoziato con un’azienda farmaceutica e successivamente con il governo di Pechino. “Il Madrid non ha vinto una sola Champions League quando ero in carica io”, ha detto a TV-3.
“Anche se oggi c’è ancora polemica sull’equilibrio economico e sulle sue molteplici interpretazioni, il passaggio di poteri da Laporta a Rosell è stato sempre considerato meno traumatico di quello di Gaspart o Bartomeu”.
Non c’è bandiera migliore dell’autostima e dell’ottimismo in tempi di vittimismo e pessimismo al Barça e in Catalogna, scrive El Pais. E non va dimenticato che a differenza di Núñez, Gaspart, Rosell e Bartomeu, Laporta è stato l’unico presidente che ha esaurito il suo mandato nonostante la mozione di censura a cui era stato sottoposto nel 2008.
Marca scrive che “Laporta ha nascosto le sue carte fino ad ora perché sapeva di non aver bisogno di giocarle o forzarle in quel senso, era vincente sin dal pre-campionato, ha evitato mosse false”.
E anche per La Vanguardia “i tifosi del Barcellona hanno premiato il ricordo dei successi conseguiti da Laporta durante la sua prima presidenza, che sono stati il suo principale argomento durante la campagna elettorale. Il nuovo presidente non ha spiegato troppo del suo progetto. Al contrario dei suoi due avversari, Víctor Font e Toni Freixa, che hanno cercato di convincere la gente con i rispettivi piani d’azione”.
Con Alemany come amministratore delegato più che probabile, resta da vedere chi sarà il suo braccio sinistro, colui che si occuperà della gestione sportiva. Potrebbe essere Jordi Cruyff, con Xavi in attesa degli eventi dal Qatar. Koeman sta diventando forte, e potrebbe restare in panchina come padre di questo progetto.
Il mercato post-pandemia lascia i club senza margini di manovra, e il Barça con un tetto salariale alle stelle e senza contanti in tasca, scrive Marca. È uno scenario difficile per il nuovo board, perché ha bisogno di generare entrate e i giocatori in uscita non sono attrattivi per il mercato. E poi c’è Messi. Che Laporta ha sbandierato come vessillo della sua campagna elettorale. Come al solito, il suo futuro condizionerà quello del Barcellona. E quello di Laporta.