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Feltri: “Isotta ha ragione a definire Totò un santo. Leggete il suo libro e convertitevi”

Dopo Maradona, il direttore di Libero elogia anche il principe della risata, al quale il critico musicale dedica il suo ultimo libro

Feltri: “Isotta ha ragione a definire Totò un santo. Leggete il suo libro e convertitevi”
Il mitico ragionier Casoria, “La banda degli onesti”

Su Libero, Vittorio Feltri scrive dell’ultimo libro di Paolo Isotta, “San Totò”. Il critico musicale definisce il principe della risata un santo, per la capacità che ha avuto, grazie alle risate, di far dimenticare a tutti le tragedie quotidiane.

Feltri gli dà ragione. Il direttore di Libero, dopo aver elogiato Maradona, fa lo stesso anche con il principe De Curtis.

Sottolinea che Totò, proprio come Isotta, è stato ingiustamente sottovalutato.

Tanto quanto Isotta, che si trovò spesso a peregrinare nei sottoscala dei giornali nonostante o forse proprio a causa delle sue altezze letterarie e il suo divincolarsi dalle ’ndrine dei pensatori certificati, anche Totò fino alla morte fu oggetto di discriminazione da parte dell’intellighenzia che storceva il naso guardando le sue gag. Ma l’intellighenzia di solito non capisce niente delle cose non conformi alle convinzioni degli “intellighenti”, e per non subire scivoloni di autostima le cestina”.

Fa bene Isotta a definire Totò un santo, scrive.

“Che altro fanno i santi, spiega Isotta, se non quello che ripeteva Totò, di essere lieto di aver fatto il comico perché la comicità aiuta la gente a prendere vita come viene e gliela rende più accettabile? L’attore deve essere «come il medico, deve andare dove lo chiamano, dove c’è bisogno di lui»”.

E invita a leggere il libro.

Leggete dunque questo libro e convertitevi, soprattutto se non conoscevate Isotta e se non vi piaceva Totò. Rimedierete a queste due bestemmie “bianche” e vi farete due amici di Là, che è prudente: il primo per deliziosa conversazione e ottime letture, il secondo, soprattutto se vi toccherà l’inferno, per imparare subito ad allargare le braccia, fare spallucce e prenderla com’è”.

 

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