Trombetti: il calcio vissuto in tv è bellissimo, con immagini chiare, trasmesse e ripetute

Su Repubblica Napoli. E poi andare allo stadio è molto stancante e al San Paolo molto scomodo. Un'ora per andare, una per tornare e due ore in un luogo in cui è tutto precario, a partire dai bagni 

Dazn

Su Repubblica Napoli, Guido Trombetti riabilita il calcio visto in tv piuttosto che allo stadio (a causa della pandemia). Chi l’ha detto che non può essere bellissimo?

E’ vero che, come dice Marino Niola, “il calcio senza pubblico è un videogame giocato per procura” e che “il tifo non si vive da soli”, ma è altrettanto vero, scrive, che la solitudine del tifo può essere attenuata, almeno in parte, vedendo le partite insieme a degli amici o creando comunità sui social, come hanno fatto alcuni gruppi di tifosi.

La pandemia, scrive, ci ha ha fatto sperimentare un nuovo tipo di rapporto con il calcio. Che ha anche i suoi lati positivi.

Il calcio vissuto “esclusivamente” attraverso la tv. Come negare che il calcio in tv è bellissimo? Decine di inquadrature, immagini nitide capaci di fornire allo spettatore i dettagli del gesto tecnico. E poi , diciamo la verità, andare allo stadio è molto stancante. E quasi sempre, almeno al San Paolo, molto scomodo. Un’ora per andare. Un’ora per tornare. E due ore in un luogo dove tutto è precario. A cominciare dai bagni”.

Certo, il pubblico dello stadio, con il suo folclore inimitabile, è parte integrante dello spettacolo, dice.

“Torna periodicamente il desiderio di rivivere il brivido dell’urlo “goooooaaaaal” sullo stadio. Anche se poi dovevi chiedere al vicino, nel caso frequente della rete in mischia, su calcio d’angolo o su cross, «scusa, chi ha segnato?»”.

Di contro, in tv, si possono godere “immagini chiare e pulite trasmesse, e ripetute”.

In fondo, conclude, sono tanti i cambiamenti che avvengono nel nostro modo di vivere le passioni, e spesso nemmeno ce ne accorgiamo, come è successo con la Var.

“Pensate all’urlo “goooooaaaaal” . E alla conseguente esultanza. Agli abbracci… Adesso è un urlo strozzato. E traslato! Perché ha bisogno dell’autorizzazione del Var. Chi lo avrebbe mai immaginato che per esultare dopo una rete dovevi aspettare almeno trenta secondi? È il progresso, bello!”.

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