“Non puoi dare un rigore senza rivederlo 12 volte, i ragazzi ci restano male…”. Il nuovo galateo Var di Inzaghi
La nuova frontiera del pianto del tecnico della Lazio: un rigore per quanto giusto va prima esaminato per bene alla Var, e poi con calma fischiato. Altrimenti i giocatori si innervosiscono

foto Hermann / Kontrolab
Le dichiarazioni post-match di Simone Inzaghi sono passate un po’ sottotraccia. Ma nascondono una rilettura della Var in chiave di galateo, di buone maniere, del tutto inedita. Un modo diverso di far polemica arbitrale, stravolgendo la solita logica che vede i direttori di gara criticati spesso per decisioni troppo a lungo meditate. Secondo il tecnico della Lazio, vale il contrario: non si può concedere un rigore, per quanto giusto, in tre secondi, come da sempre fanno gli arbitri. No. Bisogna traccheggiare, meditare, riguardare, e poi, solo poi, al limite indicare il dischetto. Perché, molto semplicemente, poi i giocatori ci restano male, si innervosiscono. Testuale:
“Stavamo dominando, quel rigore lo puoi dare vedendolo 10-12 volte, ma l’arbitro lo ha dato dopo 3 secondi e i ragazzi sono rimasti molto amareggiati. Non puoi indirizzare una partita con una decisione clamorosa come il rigore dopo 25 minuti“.
E’ la nuova frontiera del pianto.
“Ci siamo innervositi troppo dopo aver preso un rigore così, non dovevamo perdere la calma”











