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Izzo ammette: «Ho simulato un infortunio per non essere coinvolto in una combine»

Sul Mattino: Il difensore del Torino, indagato per contatti con la camorra per la gara Modena-Avellino, ha ammesso di essere a conoscenza degli interessi dei clan

Izzo ammette: «Ho simulato un infortunio per non essere coinvolto in una combine»

Il mattino racconta la storia di Armando Izzo, calciatore di Secondigliano che ora gioca nel Torino. La sua infanzia è stata legata a quei posti e spesso a personaggi non proprio puliti, proprio per questo Armando si è trovato indagato per presunti contatti con la camorra di Secondigliano e Scampia, in relazione all’ipotesi di combine nel corso della partita di campionato Modena-Avellino del 17 marzo 2014.

Izzo non entrò in campo in quella partita e non per caso, come lo stesso calciatore ha ammesso. Fu lui infatti a simulare un risentimento muscolare per non giocare e non trovarsi in una partita in cui la peggiore camorra di Secondigliano aveva piazzato i propri artigli.

«Ho simulato un infortunio  in realtà, ho simulato per non essere coinvolto in una combine»

La domanda però è come Izzo facesse a sapere di questi interessi economici

«Ero a Secondigliano, a casa della mamma, ricevo una chiamata da Luca Pini, un collega calciatore che faceva anche il gioielliere, che doveva consegnarmi delle collane per moglie e figli, con lui c’era Salvatore Russo detto Geremia. Mi portano in un ristorante, dove trovo Millesi con i fratelli Accurso ma anche altre due persone che non ricordo bene. Loro mi dissero di accordarmi, ma a me quel raduno mi puzzava, vidi un’aria strana al punto tale che dopo una trentina di minuti presi un taxi e andai via. Mi limitai a dire devo stare tranquillo. Non sentii cose particolari, ma intuii che si trattava di qualcosa di strano, perché vedevo Millesi e gli Accurso»

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