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Gattuso torna Gattuso: il Napoli difende lo 0-0 contro l’Atalanta

Consapevole della propria debolezza, gioca una gara esclusivamente difensiva. Fa anche bene. Dopo 14 mesi, si può dire che il progetto non si vede granché

Gattuso torna Gattuso: il Napoli difende lo 0-0 contro l’Atalanta

Il Napoli è ben più che convalescente. Il Napoli è una squadra che dopo 14 mesi non ha una propria identità di gioco, e Gattuso è tornato all’idea che più gli si addice: una difesa più o meno a oltranza. Metodo che in fondo ha portato i migliori risultati della sua gestione. Questa sera, contro l’Atalanta in Coppa Italia, Gattuso è tornato all’antico. Consapevole della inferiorità del suo Napoli rispetto all’avversario, il tecnico ha impostato l’intera partita in chiave difensiva. E alla fine è stato anche premiato. Il Napoli ha raccolto un prezioso 0-0 che lascia apertissima la qualificazione per la finale.

L’Atalanta ai punti avrebbe stravinto ma il calcio non è il pugilato. I puristi storceranno certamente il naso. Noi non siamo tra quelli. Abbiamo tanti difetti ma non questo. Siamo però discreti osservatori. E dopo 14 mesi di gestione Gattuso, i risultati sono decisamente approssimativi. Il Napoli non ha praticamente mai messo in apprensione la difesa avversaria, forse una volta sul finale del primo tempo con Demme. Più qualche tiro, come ad esempio Insigne nel primo tempo.

Gattuso ha stravolto la squadra. Si è schierato a specchio con la difesa a tre: Maksimovic centrale con ai lato Manolas e Koulibaly. Sugli esterni Hysaj e Di Lorenzo e in mezzo Demme e Bakayoko: non proprio due piedi raffinati. Davanti, Lozano punta centrale col compito di allungare la difesa avversaria, con Insigne e Politano.

L’Atalanta ha via via preso il controllo della partita. Ci ha fatto male, soprattutto dal lato destro. Per nostra fortuna, i bergamaschi hanno sbagliato due volte da soli davanti a Ospina. Il Napoli ha fatto fatica a ripartire, anche perché non avevamo qualità a centrocampo. Il Napoli è finito alle corde nei primi 45 minuti, ma non è andato al tappeto.

Nella ripresa, il canovaccio non è cambiato. Ma la squadra di Gasperini si è resa meno pericolosa.

Va comunque fatta un’analisi del Napoli. Un’analisi che prescinda dalla mozione degli affetti, dagli abbracci, dalla considerazione se la squadra giochi o meno per Gattuso. Non si capisce perché in Italia le situazioni calcistiche vengano analizzate sempre in chiave populistica e melodrammatica. I calciatori sono professionisti. Giocano sempre per vincere. A volte, l’allenatore li dispone in campo in modo chiaro. Altre volte meno. Ecco, il Napoli di Gattuso è da tempo confuso, da tempo non sa bene cosa fare. Lo sa anche Gattuso, altrimenti non avrebbe giocato per difendere lo 0-0. Essere consapevoli della propria debolezza è comunque un segnale di intelligenza. Speriamo che si riesca a lavorare anche sull’altro aspetto.

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