L’ex direttore del Giro a Libero: «C’era chi si faceva di epo, chi si faceva rinchiudere in una camera ipobarica e chi si rimpinzava di viagra. Chi stava accanto a Pantani non era all’altezza»

Libero intervista Angelo Zomegnan. E’ stato direttore del Giro d’Italia dal 2004 al 2011. Parla di Pantani, e di quanto fosse diffuso, all’epoca, l’uso di sostanze dopanti tra i ciclisti.
«Nel 1999 quando Marco Pantani fu fermato al Giro d’Italia a Madonna di Campiglio per la eccessiva presenza di globuli rossi nel sangue, verosimilmente dovuta al famigerato Epo, quasi tutti i primi dieci in classifica facevano uso di sostanze dopanti per migliorare l’ossigenazione del sangue ed avere prestazioni sportive più competitive».
Continua dicendo che erano anni bui, e che «nulla era vietato ma semplicemente governato». Spiega:
«Non si contrastava fattivamente l’uso dell’eritropoietina ma semplicemente i globuli rossi prodotti artificialmente dovevano rimanere entro il cinquanta per cento di percentuale nel sangue. Ossia il quarantanove e nove di percentuale era consentito più l’1 per cento di tolleranza. Il cinquantuno per cento era fuorilegge».
Insomma, il doping era una pratica consolidata, tra i ciclisti.
«Assolutamente sì. Non si vietava l’uso dell’eritropoietina ma si cercava di gestirne l’uso, non una cosa eticamente bella. Le voglio fare un esempio: è come se il furto fosse di soldi fosse consentito e non punito sotto i mille euro ma a mille ed un euro si andasse in prigione».
Pantani è stato indicato come l’unico dedito a pratiche del genere, ma non è così.
«Hanno cercato di fare passare Pantani come il delinquente nel convento di benedettine e così non era. C’era chi si faceva di epo, chi si faceva rinchiudere in una camera ipobarica, come Gotti, e chi addirittura si rimpinzava di viagra. C’erano alcune Miss che rimanevano stupite che, dopo duecento chilometri di fatiche estenuanti i corridori mostravano la loro parte intima pronta per un un atto sessuale».
Zomegnan lancia un’accusa al massaggiatore di Pantani, lo definisce non all’altezza.
«Si sapeva a Madonna di Campiglio che l’UCI avrebbe fatto i controlli così che ogni squadra aveva al seguito un macchinario funzionale al controllo indiretto di Epo nel sangue. Secondo me sta qui l’errore. C’erano squadre che investivano pesantemente nelle pratiche vietate e nei controlli preventivi ed altre che si affidavano ad un semplice massaggiatore. Pantani era un perfezionista assoluto e forse chi stava accanto a lui non era all’altezza».
E ancora:
«Il team del Pirata ha commesso errori e lui è diventato il capro espiatorio di un sistema marcio».
L’ex direttore del giro si sofferma anche sulle scommesse clandestine che avrebbero coinvolto Pantani, come dichiarò Vallanzasca.
«Ho saputo anche io delle scommesse clandestine; certo che un fenomeno come lui e con il suo carattere non era a tutti simpatico».