Il Covid fa litigare la Premier. Guardiola: “tuteliamo la salute e c’è chi si lamenta”
Guardiola ha sbottato: "Anche noi avremmo voluto giocare con l'Everton senza i suoi giocatori più forti. Ma con Carlo ci siamo detti che era meglio di no". Mou: "Mi sembra di essere tornato a quando allenavo l'under 13..."

Se non è caos, in Premier, poco ci manca. La gestione dell’epidemia, con i rinvii delle partite anche last minute sta facendo saltare i nervi, un po’ a tutti. Con due pezzi grossi, Guardiola e Mourinho, che si fronteggiano negli opposti atteggiamenti. Più un terzo, Ancelotti, che sobriamente resta fuori dalle polemiche.
Mourinho ha detto che il modo in cui è stato deciso il rinvio della partita tra Spurs e Fulham a poche ore dal calcio d’inizio, gli hanno ricordato il suo periodo da allenatore dell’Under 13.
Guardiola dice che il Manchester City è senza cinque giocatori “importanti” per il match contro il Chelsea di domani. La partita del Fulham a Burnley è in dubbio, dopo che l’allenatore Scott Parker ha ammesso di non sapere se si giocherà. Lo stesso Parker si è chiesto se i protocolli Covid-19 della Premier League siano “abbastanza forti” da contenere la nuova variante del virus.
Guardiola, soprattutto, ha preso la parola nella conferenza stampa di ieri e non l’ha mandata a dire, confermando quello che il Napolista ha scritto ormai quasi una settimana fa: nessuna decisione d’imperio, ma solo una scelta di buon senso dettata anche dal peso specifico dei protagonisti, con Guardiola che chiama Ancelotti e si mettono d’accordo per rinviare il match visto il pericolo sanitario e le defezioni.
“Ci sono club che si lamentano, quando è solo il City a prendersi cura della salute dei giocatori e del personale“, ha detto Guardiola, la cui madre – ricorda il Telegraph – è morta ad aprile di Covid.
“Quando molte persone nel Regno Unito muoiono ogni giorno e, ogni giorno molte persone vengono contaminate, cosa puoi dire? Il mondo è…” (e ha fischiettato, come per dire “è impazzito).
“Preferisco la dichiarazione di Carlo Ancelotti a quella del suo club, decisamente. Siamo stati chiari. Abbiamo parlato con la Premier League, come accadde con l’Arsenal con Mikel Arteta a marzo, quando lui era risultato positivo e annullamo il match. “È stato lo stesso. Abbiamo parlato con la Premier League e ho chiamato personalmente Carlo per dirgli la situazione e ho detto: ‘Ok, lasciamo che le società e la Premier facciano quel che devono e basta’. Ci sarebbe piaciuto giocare contro l’Everton quel giorno. Ora andremo a Goodison Park quando Digne, Richarlison, Allan e James potranno giocare. Li batteremo, con tutti loro migliori giocatori in campo”.
“Ci sarebbe piaciuto giocare quella partita ma purtroppo credo che la Premier League abbia deciso, saggiamente, per il benessere di tutti di non aumentare i casi di contagio, visto che in due o tre giorni c’erano sette persone positive, con cui eravamo entrati in contatto”.
Mourinho ha affrontato la questione a modo suo :
“Non voglio parlarne troppo. Ho voluto solo dire che mi è sembrato tutto poco professionale. Quando allenavo gli under 13 e gli under 15, 30 anni fa, a volte andavamo alla partita alle 9.30 e l’avversario non c’era”.
Frank Lampard, l’allenatore del Chelsea che dovrebbe affrontare il City, ha dichiarato a sua volta:
“La sicurezza è assolutamente fondamentale, più che tenere alto il morale della nazione. So che potrebbe non essere una cosa carina da dire, ma questi sono tempi difficili per tutti”.