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Ieri l’ennesimo remake del Napoli. L’approccio timoroso di chi si considera inferiore

POSTA NAPOLISTA – Tifo Napoli da quando ho memoria, ormai antica, e sono stanco. La partita di ieri l’abbiamo vista tante volte, troppe

Ieri l’ennesimo remake del Napoli. L’approccio timoroso di chi si considera inferiore

Partita vista tante, troppe volte. Approccio prudente – o meglio, timoroso – di chi si sa inferiore, manovra stentata, errori ripetuti, contrasti persi (what else con i pesi piuma che ti ritrovi?), rari gli affacci verso l’area avversaria, pochissime estemporanee occasioni (che, in una finale, basterebbero a una squadra forte, ma a noi no: rigore miseramente a lato). Gli altri, in effetti, non un granché, ma più tosti e sicuri, abituati a giocarsela e, soprattutto, provvisti di risolutori, quei tipi che il Napoli disdegnava perché aveva ben altro a cui pensare e che ora – guarda un po’ – ci osservano dall’alto in basso (a proposito: e quando più ci capita un Mister come quello che hanno mandato via!). Ma tant’è.

Confesso di essere stanco e sempre meno interessato. Tifo Napoli da quando ho memoria, ormai antica, e so che soltanto con Allodi, Juliano, Ferlaino e Maradona (nell’ordine che preferite) si è giocato a vincere. Il resto è una sequela di stagioni deludenti, quando non catastrofiche, coppette di terz’ordine, piazzamenti per rimpinguare le casse, serate come quella di ieri. Forse quel geniaccio di Sarri ci aveva fatto un pensierino, ma, a Firenze, lui non aveva Diego, Bagni, De Napoli, Giordano, Careca, Bruscolotti, Ferrara, Alemao. Adesso, per gustare calcio, guardo l’Atalanta (l’unica che susciti attenzione), gare di Premier (è tutta un’altra cosa) e la Champions quando c’è in palio qualcosa (la League del giovedì, invece, è uno strazio). E poi leggo il Napolista, che, per dirla con Sciascia, favorisce il ragionare.

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