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Corriere: Pirlo non fa autocritica, se perde la Supercoppa può aprire una crisi di identità

Pirlo è stato chiamato alla Juventus per “la necessità di ritrovare l’entusiasmo disperso nei troppi rivoli del sarrismo: a giudicare da certe prestazioni, la Juve è tornata alla casella di partenza”

Corriere: Pirlo non fa autocritica, se perde la Supercoppa può aprire una crisi di identità

Sul Corriere della Sera, Paolo Tommaselli accusa l’allenatore della Juventus, Andrea Pirlo, di essere incapace di fare autocritica. Parte dalle dichiarazioni del tecnico dopo la sconfitta contro l’Inter per 2-0.

“Sempre così apertamente deluso dai suoi giocatori dopo una partita sbagliata, Andrea Pirlo non ha fatto una piega nemmeno nella serata peggiore del glorioso decennio juventino”.

E scrive:

“La totale assenza di autocritica dell’allenatore neofita, al di là di una frase che è sembrata di circostanza («Mi prendo le mie responsabilità») non passa certo inosservata: evidentemente Pirlo, promosso dal presidente Andrea Agnelli dall’Under 23 alla prima squadra dopo una settimana, se lo può permettere, nonostante i 9 punti in meno in classifica rispetto alla gestione di Maurizio Sarri. Nella Supercoppa di domani contro il Napoli del suo grande amico Rino Gattuso, Pirlo può aprire ufficialmente una crisi profonda di identità e risultati oppure può portare il primo trofeo a Torino, per provare a lasciarsi alle spalle una sconfitta senza attenuanti, nella sfida più sentita del campionato contro l’Inter, riportata in alto dagli ex juventini Marotta, Conte e pure Vidal, che ha aspettato Madama per segnare il primo gol in campionato”.

La Juve non è ancora fuori dai giochi per lo scudetto ed è forte del primo posto nel girone di Champions. Per ora Pirlo può stare

“relativamente tranquillo e al riparo da processi radicali: ma nell’attesa che Ronaldo torni ai suoi livelli e nasconda i problemi, serve una reazione forte”.

Anche Sarri,scrive Tommaselli, parlava sempre di «una questione mentale».

“Quindi il problema è ben più profondo e strutturale del marchiano errore di assetto e di uomini proposto da Pirlo e dal suo staff, come quello che ha consentito ad Hakimi e a Barella di banchettare indisturbati sul centrosinistra juventino”.

Nel post partita, alla Rai, Sacchi ha sottolineato che non bisogna dare colpe a Pirlo, scrive Tommaselli, perché «la cosa peggiore per un allenatore è avere una squadra che non abbia entusiasmo».

Eppure, scrive,

“l’arrivo del tecnico low cost (1,8 milioni di ingaggio) era stato motivato proprio con la necessità di ritrovare l’entusiasmo disperso nei troppi rivoli del sarrismo: a giudicare da certe prestazioni, la Juve è tornata alla casella di partenza”.

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