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L’algoritmo del grande motivatore è il loop infinito di allucco

È la versione contemporanea della vecchia zia che gridava al nipotino: “Non fare il timido!” o di Tetsuya che declamava gli attacchi di Mazinga

L’algoritmo del grande motivatore è il loop infinito di allucco

Un celebre comico americano, un giorno, costruì un piccolo sketch attorno al “Don’t be shy!”. Irrideva il fatto che, nel terzo millennio, ci siano ancora adulti che pretendano, imperativamente, che i bimbi più esitanti perdano istantaneamente ogni timidezza al semplice comando: “Non fare il timido!”. La forma mentis delle temutissime zie di un tempo che circuivano i poveri cinquenni, magari in piedi sulla sedia per declamare la tremenda poesia natalizia, non è mai passata di moda. Anzi.

Oggi, che per fortuna si è un po’ più seri, queste storielle artigianali si sono evolute e sono confluite nel manuale leggendario del grande motivatore – cioè di colui che grida uno stato d’animo al prossimo al fine di indurglielo, o detta una azione credendo che ciò sia funzionale alla sua esecuzione, sulla falsariga di Tetsuya che invocava gli attacchi del Mazinga facendoli precedere da una breve descrizione urlata – “Missile centrale!” o “Grande tifone!”.

Analogamente, i novanta minuti del Napoli, in quella camera di risonanza in cui gli stadi vuoti si sono ormai trasformati, ci dicono cosa sarebbe la vita se avessimo sulle spalle un’ora e mezza di zie megafonate a strillarci la cosa giusta da fare. Un’ora e mezza di “Kuli!”, di “Baka!”di “Mario!”. Quindi i comandi: “Attento!”, “Aiutalo!”, “Concentrati!”. Oppure il riempitivo e più apotropaico “Ooohh!”. Una abitudine che torna utile in un’epoca di assistenti intelligenti e Internet of Things.

Un giorno diremo “Ghoulam, crossa!” o “Petagna, tira!” esattamente come oggi chiediamo a Siri di trovarci l’indirizzo di casa. Oggi la scienza ci dice che per tirare il meglio fuori dalle persone basta implementare l’algoritmo del grande motivatore: loop infinito di allucco. L’obiettivo dichiarato, assai nobile, è la nausea indotta nei giocatori. La nausea, a quanto pare, è considerata un efficacissimo motivatore professionale. È anche la ragione per cui tutte le zie del mondo sono notoriamente i migliori personal trainer a disposizione e il Mazinga, come noto, riuscì a salvare il mondo, nei primi anni settanta.

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