Il racconto sulla Gazzetta: «Cajkovski lo tenne fuori undici partite. Poi, dopo i gol, prese a chiamarlo “il mio piccolo e grassoccio Müller”»

La Gazzetta dedica due pagine a Gerd Müller che recentemente ha compiuto 75 anni e adesso è malato di Alzheimer. Recentemente, la moglie ha fatto sapere che Gerd ormai non riconosce più nessuno. È stato un grandissimo centravanti, probabilmente il più forte centravanti d’area della storia del calcio. La Gazzetta ricorda un aneddoto che riguarda il suo acquisto da parte del Bayern che fino al 1969 aveva soltanto un campionato e adesso ne ha vinti trenta. Comprese le amichevoli, ha segnato 1340 gol in 1092 partite.
Il Bayern lo aveva scovato nel nord della Baviera: da Nördlingen arriva nel capoluogo la voce di un ragazzino spietato sotto porta. Il Monaco 1860, che al tempo aveva la supremazia cittadina, fissa un appuntamento con la famiglia, però il presidente rivale Wilhelm Neudecker anticipa la visita di qualche ora e mette sotto contratto il centravanti. Quando lo presentano all’allenatore Tschik Cajkovski, questi risponde: «Cosa me ne faccio di un tipo così sgraziato?”. Lo lascia fuori per 11 partite, poi alla prima occasione viene convinto. La diffidenza diventerà affetto quando conterà le sue reti e il giudizio cambierà in un tenero «il mio piccolo e grassoccio Müller».