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Non è vero che i calciatori del Napoli non si impegnano, manca una chiara identità di gioco. È diverso

A un anno dall’arrivo di Gattuso, siamo ancora a chiederci perché questa squadra non ha il veleno, la grinta, la personalità giusta, pur essendo molto forte

Non è vero che i calciatori del Napoli non si impegnano, manca una chiara identità di gioco. È diverso

Analisi semi-fredda post sette punti in cui mi sono affidato ad Ovidio per spiegare quello che si chiedono tutti, sostanzialmente, in Nazionale leoni qui .vabbè ci siamo capiti…

Da tifoso, da descrittore, da appassionato ergo non da tecnico, mi accorgo che nelle rispettive selezioni i due interpretano il ruolo in maniera diversa, Insigne ne è il fulcro dalla trequarti in avanti e Fabìan gioca box to box ma in un centrocampo a tre. Se poi vogliamo fare i nomi di chi gioca accanto a Ruiz nella Spagna, e dietro ad Insigne in Italia, chiudiamo il cerchio. Il capitano con Mancini è coinvolto, tocca quasi tutti i palloni, è riconosciuto dai compagni mentre al Napoli sembra un pesce fuor d’acqua.

Abbiamo un serio problema a sinistra da quando abbiamo perso Ghoulam, un po’ come i reduci dei Pci da quando hanno perso Berlinguer, tuttavia siamo la rosa più competitiva dell’era DeLa, mai avuta una squadra tanto forte ma non ha continuità e la continuità te la permette solo una chiara identità di gioco.

La sicurezza, la consapevolezza, la crescita avviene attraverso l’allenamento dei concetti e lo stimolo alla loro interpretazione. Il modulo è relativo, ciò che preoccupa è il non rivedere la stessa squadra a distanza di tre giorni. Il Napoli va avanti con i nervi, con l’estemporaneità con “proviamo a fare così” ed è una falsa informazione quella che traspare ossia di gente che non si impegna, tutt’altro, sudano la maglia ma si sentono sconnessi tra loro, incerti, intimoriti.

Questa squadra, questi ragazzi, pare che si rifiutino di subire l’avversaria poiché vorrebbero sempre dominarli per questo Sarri ha fatto “più danni”di Maradona!

Con l’addio di Diego perdemmo il singolo che ci faceva vincere essendo il calcio in persona, il trascinatore, il leader che ti portava Volpecina e Muro a vincere lo Scudetto, ma è oramai un ricordo leggendario e lontano nel tempo. Con Sarri abbiamo avuto l’illusione di essere imbattibili per il gioco espresso, di essere dominanti, di essere il Napoli in ogni campo e in ogni momento. Di essere lanciati ” a bomba contro l’ingiustizia” per citare Guccini. Sarri ci ha insegnato ed ha insegnato a più della metà della rosa attuale che si può vincere attraverso un’idea condivisa, credibile ai calciatori e utile ai fini del risultato.

Ad un anno dall’avvento di Gattuso siamo ancora a domandarci perché questa squadra non ha il veleno, la grinta, la personalità giusta pur essendo forte, forte assai. Io credo che manchi la serenità e la tranquillità di un’idea condivisa.

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