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Il Sassuolo ha dato lezione di calcio al Napoli

Vanno fatti i complimenti a De Zerbi che era senza Berardi, Caputo, Djuricic. La sensazione è che il Napoli giochi sempre meglio di rimessa

Il Sassuolo ha dato lezione di calcio al Napoli

Innanzitutto vanno fatti i complimenti a De Zerbi e al Sassuolo che hanno vinto a Napoli 2-0 senza rubare nulla. È stata una lezione di calcio, e lo scrive chi non ama questo tipo di calcio. Ma non ci hanno fatto mai vedere il pallone. Ci hanno mandati a vuoto per novanta minuti. Nonostante il divario abissale tra i due organici. E nonostante l’assenza dei tre calciatori del Sassuolo più importanti: Caputo, Berardi, Djuricic che sono gli autori di 11 gol su 16. Locatelli ha giganteggiato, ora ci è chiaro perché Pirlo lo volesse alla Juventus. Il Sassuolo fin qui aveva sempre subito gol: da Cagliari, Spezia, Crotone, Bologna e Torino. Al San Paolo, invece, nessuna rete subita. E in fondo solo una parata realmente decisiva di Consigli, peraltro provocata da un proprio errore. Il Napoli perde la sua imbattitibilità sul campo e adesso – in attesa del verdetto della Corte d’appello federale – gli azzurri sono quinti a 11 punti, a 5 dal Milan capolista.

Francamente non sappiamo cosa dire del Napoli. Non ce la sentiamo nemmeno di criticare. Semplicemente il Napoli è stato messo sotto sul piano del gioco. E il Sassuolo è cresciuto cammin facendo.

De Zerbi ha tolto l’acqua al Napoli che non è mai riuscito ad essere sé stesso. Brutalizzando, il Sassuolo è una Real Sociedad riuscita. In realtà, il Napoli non ha potuto giocare la stessa partita fatta in Europa League. In casa contro il Sassuolo non ci si può chiudere e ripartire, come fatto a San Sebastian in modo molto intelligente. Va detto che quello resta il modo più efficace per le squadre di Gattuso. Questa constatazione non piacerà all’allenatore, ma è una realtà. Resta la partita con l’Atalanta che probabilmente ha anche un po’ illuso tutti. Il Napoli gioca meglio di rimessa. Di gran lunga.

Qualche occasione il Napoli l’ha anche costruita, mostrando voglia di fare. Comunque poca roba. Le occasioni migliori sono state le due per Osimhen nel primo tempo. Il nigeriano è un calciatore giovane, va ricordato. Come però va ricordato che è giovane praticamente tutto il Sassuolo, sia chiaro. Ma Osimhen fa la prima punta nel Napoli e ovviamente è una responsabilità enorme per un attaccante di 22 anni al primo anno di Serie A. Non è una bocciatura, è una presa d’atto. Era stato troppo bravo al punto da illuderci. Resta un signor acquisto, ovviamente ha bisogno del suo tempo. Chi aveva scomodato paragoni con Cavani e Higuain, li riponga in un cassetto almeno per un anno e mezzo.

Ma in generale il Sassuolo è la prima squadra che ha accettato di giocare col Napoli, e ha dimostrato di non avere complessi di inferiorità. Non è solo una questione di percentuale possesso palla – dalla parte del Sassuolo -, è che ha costretto gli uomini di Gattuso a correre appresso al pallone. Se volete la cronaca, il Sassuolo ha segnato i due gol nella ripresa: il primo su rigore, forse nel miglior momento del Napoli; il secondo in contropiede dopo un’azione contestata in area di rigore del Napoli.

I neroverdi hanno impressionato. Non hanno buttato mai la palla, anche esagerando. I loro tifosi devono avere tutti una robusta salute cardiaca. Quando hanno commesso errori da principianti nella ormai mitologica costruzione da dietro, come accaduto al decimo minuto con  Consigli, Osimhen è stato troppo molle e lento nel segnare a porta vuota e consente al portiere di riparare all’errore commesso.

A Gattuso nulla da dire. Questa sconfitta, come si diceva un tempo, può essere una sconfitta salutare. Riporta l’ambiente con i piedi per terra. E forse fa comprendere all’allenatore che questa squadra le sue partite più belle le ha giocate sempre nello stesso modo. Contro l’Inter in Coppa Italia, contro la Juventus lo scorso anno in campionato, contro la Real Sociedad in Europa League.

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