ilNapolista

Il Napoli ha vinto 2-1 a Fiume ma non è stata un’impresa dannunziana

Di buono c’è stata solo la vittoria e per noi risultatisti è tanta roba. Qualche campanello d’allarme è suonato. Comunque rimonta con gol di Demme e un’autorete

Il Napoli ha vinto 2-1 a Fiume ma non è stata un’impresa dannunziana

È difficile commentare questa vittoria del Napoli in Croazia contro il Rijeka che D’Annunzio e non solo lui chiamerebbero Fiume. Machiavellicamente non c’è nulla da dire. Il Napoli doveva vincere e ha vinto. La prestazione possiamo definirla  mediocre senza creare scandalo. Se è stata dovuta a scarse motivazioni, può succedere. Ed è anche comprensibile. Se c’è dell’altro, lo capiremo nelle prossime partite. Nel frattempo, però, il Napoli di Gattuso porta a casa questa vittoria e sale a 6 punti nel girone di Europa League, a pari punti con la Real Sociedad e l’Az Alkmaar. I baschi hanno battuto 1-0 gli olandesi. Queste tre squadre si giocheranno i due posti.

Alla vigilia dell’Europa League, Gattuso si è risentito per le critiche ricevute dopo la sconfitta col Sassuolo. «Non so che partita avete visto». Non è la prima volta. Si indispettì anche dopo la vittoria in Coppa Italia contro l’Inter a Milano. Allora non gli andò giù l’etichetta di catenacciaro, stavolta ha rivendicato di aver tirato 22 volte in porta.

Forse stavolta, a prescindere dal risultato, sarà più arduo difendere quel che si è visto in campo. Nei primi trenta minuti, Muric Menalo e Kulenovic del Rijeka sono sembrati Didì Vavà e Pelè. Hanno segnato un solo gol ed è andata benissimo al Napoli. Meret ha parato il primo tiro, piuttosto centrale, poi è intervenuto giusto in tempo su un calcio d’angolo alla Palanca. Koulibaly è andato più volte a vuoto su Kulenovic che è un giocatorino molto interessante. Muric e Menalo hanno fatto col pallone, e con la difesa del Napoli, quel che hanno voluto. Al punto che non abbiamo potuto trattenere un moto antisportivo di gioia quando Muric – autore del bellissimo gol – è uscito dal campo per infortunio. Muric un 24enne che in Italia ha giocato 5 partite col Pescara. Per far capire come si era messa la serata.

Gattuso ha proposto il suo schema di gioco, ma camuffato. Con Elmas a sinistra. Né Lozano né Insigne. Mertens a fare il regista arretrato. Petagna prima punta e Politano a destra. In mediana Demme e Lobotka che adesso sono ufficialmente gerarchicamente gli ultimi centrocampisti della rosa. Pochi mesi fa, furono accolti come i salvatori della patria.

Il Napoli alla fine l’ha ribaltata. Con un gol di Demme nel finale di tempo e un’autorete in avvio di ripresa. Sull’1-1, all’inizio del secondo tempo, i croati hanno colpito un palo di Menalo e poi anche il Napoli un traversa con Mertens. E nel finale, gli azzurri avrebbero potuto segnare altri gol. A quel punto, la partita era completamente nelle mani degli uomini di Gattuso.

Chi vince, non sbaglia mai. Restano i dubbi su questa squadra che forse ha ricevuto troppi complimenti rispetto a quanto mostrato. Il 4-1 all’Atalanta ha fatto pensare a uno squadrone che magari un giorno ammireremo ma che al momento non abbiamo più visto. Anche perché proprio l’Atalanta ha mostrato agli altri come non giocare contro gli azzurri quando hanno Osimhen.

Anche se a lui dà fastidio, i migliori risultati Gattuso li ha ottenuti con un Napoli in assetto decisamente difensivo. Anche la scorsa settimana in casa della Real Sociedad. Questa sera, per lunghi tratti del match, si è rivisto quell’insulso titìc-titòc che Osimhen aveva spazzato via a Parma.

Prendiamoci il buono della serata. La vittoria. Che per noi risultatisti è tanta roba. E che, con simili prestazioni, è sempre un ottimo segno. Per il resto, il Napoli avrà molte occasioni per fugare le perplessità.

ilnapolista © riproduzione riservata