Barbano: “se questa è la sentenza, perché il Napoli non è stato radiato dal campionato?”
Sul Corsport: “È una sentenza fondata sulla legge del sospetto, , che racconta il calcio come una teocrazia arbitraria.”

Barbano nel suo editoriale sul Corriere dello Sport torna sulla sentenza della Corte d’Appello su Juve-Napoli, una sentenza che non solo dà torto al Napoli ma che ne sottolinea una responsabilità nell’organizzazione della cosa-
Se le cose stanno davvero come le mette insieme la Corte sportiva d’Appello nel dispositivo di condanna, non si capisce perché il Napoli sia stato punito con la sconfitta per tre a zero e con un punto di penalizzazione, e non piuttosto – come sarebbe stato logico rispetto alla gravità delle accuse contestate – con la radiazione dal campionato. E non si capisce perché i giudici non abbiano disposto l’invio della sentenza alla procura della Repubblica per un’indagine penale che accertasse i sospetti formulati. Perché di questo si tratta. Di una sentenza fondata su una legge del sospetto, che racconta il calcio come una teocrazia arbitraria.
Barbano scrive che
la Corte d’Appello si spinge oltre e addebita alla società una condotta gravissima: quella di aver tramato per ottenere un provvedimento ad hoc, una causa di forza maggiore in realtà inesistente e artatamente costruita.
E qui la sentenza dimostra di far suo interamente il paradigma del sospetto. Per dirla in parole semplici: siccome De Laurentiis si è raccomandato con la Regione, gli atti formali della Asl, ancorché ineccepibili, non valgono niente. Oltre che arbitrario, questo paradigma è giuridicamente insostenibile. E mostra, in controluce, la vera ragione della condanna: il Napoli ha violato la cosiddetta clausola compromissoria, l’unica legge che conta, quella che gli imponeva di attenersi al protocollo e di recarsi a Torino a giocare, così come hanno fatto altre squadre decimate dal Covid. Con un atto di forza la sentenza vuole risolvere una contraddizione del sistema