Bagni: «Il tifo napoletano ti toglie qualcosa solo se non hai carattere»

Al CorSport: «Vicini mi disse che non mi aveva convocato per l’Europeo perché noi del Napoli avevamo perso il campionato e c’era stata la rivolta interna. Per me a decidere fu Matarrese»

La chiave per svoltare è il ritorno di Osimhen

In uno speciale dedicato a Napoli-Milan, il Corriere dello Sport intervista Salvatore Bagni. Fu uno dei protagonisti del Napoli di Maradona e il migliore in campo contro i rossoneri, al San Paolo, l’8 dicembre 1985.

Racconta di quando, nel 1988, non fu convocato per gli Europei.

«Per me fu una vergogna. Giocai sempre titolare fino all’ultima partita di qualificazione a dicembre 1987 giocata contro il Portogallo. L’allenatore era Vicini, con cui ci conoscevamo dai tempi dell’Under 21, per cui quando non venni convocato gli chiesi spiegazioni. Lui argomentò dicendo che noi del Napoli avevamo perso il campionato, poi c’era stata quella storia sciocca della rivolta interna, che non era vero niente. In realtà, per me, erano tutte scuse, anche perché lui stesso, quando mi parlava, era in grandissima difficoltà. Quindi, per me, non fu lui a decidere. Non ho le prove, ma secondo me ci fu qualcosa tra me e Matarrese, una risposta che gli avevo dato, che portò a quella decisione».

Parla della pressione del tifo napoletano sui giocatori che vestono la maglia azzurra.

«Il tifo napoletano ti toglie qualcosa solo se non hai carattere. A Napoli tifa tutto lo stadio, non solo un settore: è un coinvolgimento totale. Non c’è l’intellettuale, l’industriale e il lavoratore: allo stadio sono tutti uguali. È quello che ti prende, l’amore che hanno verso la maglia. Bada bene: non è una passione, è un amore. E io lo condivido ancora con loro».

E sulla sua esperienza a Napoli:

«Divertente. E non per la vittoria dello scudetto. Io sono stato felice per altro: andavo al mare fino a novembre e poi mi recavo all’allenamento con un entusiasmo meraviglioso. Mi divertivo da matti. Forse anche perché nei primi tempi nessuno ci chiedeva di vincere».

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