ilNapolista

I Mancini e i Ronaldo li abbiamo voluti noi, abbiamo voluto noi il calcio viziato e irresponsabile

Ora che il virus ha stravolto tutto, non possiamo pretendere che a capirlo siano i privilegiati, coloro i quali abbiamo osannato perché sanno giocare a pallone

I Mancini e i Ronaldo li abbiamo voluti noi, abbiamo voluto noi il calcio viziato e irresponsabile

Gli stravolgimenti sono sempre epocali. E i comportamenti delle persone coinvolte sono sempre gli stessi. In genere ricordiamo gli stravolgimenti politici, quelli che hanno fatto la storia. I Ceausescu, le statue di Saddam che vanno giù, la barbara uccisione di Gheddafi a favor di telecamera. Quel che fino a un attimo prima sembrava poter essere eterno, viene spazzato via come un fuscello, come se quella forza, quella potenza non fosse mai esistita.

Qui, molto ma molto più banalmente, parliamo di calcio. Il meccanismo, però, è simile.

Da quando il coronavirus è apparso in maniera prepotente nella nostre vite, dal calcio non si è levata una voce che possiamo definire intelligente, problematica, che cercasse di avere un quadro d’assieme, che considerasse il calcio – l’industria calcio come amano dire – parte del pianeta terra.

È anche comprensibile. Forse non potrebbe essere altrimenti. Il calcio si fa forte del proprio fatturato. Grazie al fatturato persone che non hanno praticamente mai studiato, hanno potuto godere di fama, di soldi (in alcuni casi tantissimi), di prestigio. I calciatori hanno rilasciato interviste e dichiarazioni come se fossero stati capi di stato. E come tali sono stati trattati. E, per certi versi, ancora vengono considerati. Il calcio è stato ed è il rollerball dell’età contemporanea. Almeno per quel che riguarda l’Europa, perché non ci sono soltanto i calciatori – tra gli sportivi – ad avere stipendi milionari.

Altri sport, però, e ripetiamo sempre l’esempio della Nba, si sono effettivamente comportati come un’industria. Non hanno chiesto aiuti statali, hanno trovato il modo per garantire il business. Ovviamente tutto ciò ha comportato assunzione di responsabilità. Da qui la bolla e quel che sappiamo. L’Nba, i suoi dirigenti e i suoi giocatori si sono comportati da adulti ancor prima che da professionisti (parola che Nanni Moretti certamente odia).

Nel calcio, pur guadagnando cifre esorbitanti, i giocatori spesso si fanno notare per comportamenti che non sembrano quelli di adulti consapevoli. Si battono per preservare il loro ruolo di irresponsabili. Costituzionalmente irresponsabili. Assicurano il divertimento del popolo e quindi è tutto consentito. È impossibile per loro – per buona parte dei calciatori – rendersi conto che sta fuori succedendo qualcosa che in ultima analisi potrebbe anche fermare la giostra. Sono stati “formati” per non pensare ad altro che al pallone e alle frasi fatte. E hanno case talmente confortevoli da non spingerli a guardare fuori.

Persino i tifosi si sono sempre battuti per i loro stipendi d’oro. Nessun tifoso ha mai inneggiato alla solidità dei conti del proprio club. Anzi. In Italia presidenti come De Laurentiis e Lotito sono stati profondamente avversati da buona parte delle tifoserie proprio per l’attenzione al cosiddetto scudetto del bilancio. Uno come Cragnotti – protagonista di uno dei più clamorosi crack industriali – viene considerato da gran parte dei laziali come un benefattore. Il Covid-19 ha stravolto tutto. Ed è anche naturale che gli ultimi a capirlo siano quelli che erano e sono le persone maggiormente privilegiate. Fino a ieri saper calciare un pallone ti assicurava stipendi d’oro, perché qualcosa dovrebbe cambiare? E perché proprio adesso? Dubitiamo che gli stessi calciatori possano notare che coloro i quali fino a pochi mesi fa li esaltavano negli stadi, adesso sono in piazza a gridare – legittimamente o no – la loro rabbia per la situazione sociale.

Ancor più della scritta su Instagram sui tamponi – poi cancellata – è questo video di Ronaldo a fare tenerezza. È il video di chi, anche comprensibilmente, non può capire che fuori sta accadendo qualcosa di epocale. Non ha gli strumenti per farlo. E forse se anche li avesse, non vorrebbe farlo.

Fin qui sul Napolista abbiamo sempre denunciato l’assurdo comportamento del calcio – dai suoi dirigenti ai suoi protagonisti. Continuiamo a pensarlo. Però aggiungiamo un altro elemento: probabilmente non può che essere così. I privilegiati sono coloro i quali hanno minori possibilità di cogliere i cambiamenti che avvengono attorno a loro. Nella storia, nella politica, tutto ciò porta a fini cruente. Nel calcio, per fortuna, tutt’al più si sfocia nel ridicolo. E magari alla perdita di uno status.

Abbiamo voluto i calciatori oggetto, i calciatori bambini. Tutti. I tifosi, gli addetti ai lavori, i presidenti. Perché ovviamente mai avremmo pensato che un giorno le ascisse e le ordinate non sarebbero più state i nostri riferimenti. E adesso che sta avvenendo, forse non possiamo prendercela con loro. Se arriverà, l’onda farà il suo corso. Se invece qualcuno nel mondo del calcio dovesse essere così avveduto da capire, ma per capire non intendiamo esibire il presunto salvacondotto dell’industria, sarebbe ben accetto. Ma lo scriviamo ben sapendo che sarebbe un’eccezione. Come lo è Rashford: una mosca bianca.

Il calcio che abbiamo voluto – tutti – è il calcio che ha prodotto Mancini e Ronaldo. Adesso prendercela con loro è fin troppo semplice. Li abbiamo educati per essere così. E fino a ieri ci è stato bene.

ilnapolista © riproduzione riservata