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Sarri riscopre la lotta al padrone: la Juve e Agnelli sgancino fino all’ultimo centesimo

Non ci è arrivato come Alberto Sordi in “Una vita difficile”, lo schiaffone lo ha preso lui. Ma è tornato alla condizione in cui è nato e cresciuto: ci sono i padroni e i sottoposti

Ci sono momenti in cui le nostre origini si riaffacciano prepotenti. Il sangue, l’educazione, i racconti dei nonni e dei genitori. In cui tutto ti appare in modo cristallino, anche il tuo posto nel mondo. Quando torni a Rosebud, a quello slittino di Quarto potere e ripercorri la tua vita.

Ti ritrovi in un ufficio torinese, l’ufficio del padrone avrebbe detto il nonno, l’ufficio del tuo padrone. Che, ovviamente, ti ha licenziato dalla sera alla mattina, senza degnarti di uno sguardo, di una parola, senza mai citarti. Di lui, del padrone, resta quello sguardo di sbieco la sera della finale di Coppa Italia. Uno sguardo che è un poema: c’è tutto. C’è il pensiero di Andrea Agnelli, del capitale, nei confronti dell’estraneo che è diventato un suo salariato (seppur di lusso).

E nel momento in cui il padrone ti fa fuori, riemerge Rosebud. E quindi Sarri ripete convintamente che la Juve deve spillargli fino all’ultimo centesimo: sei milioni netti, più altri due e mezzo il terzo anno al posto dell’intero stipendio. Sono i felliniani 0tto e mezzo, che al lordo fanno diciassette milioni di euro. Non male per una squadra che in cassa – a leggere il Corsport – ne ha appena sei.

È la vendetta. O meglio è la lotta di classe, l’unica ancora possibile. Del resto è stato Warren Buffett a dire che

C’è una lotta di classe, è vero, ma è la mia classe. la classe ricca, che sta facendo la guerra, e stiamo vincendo.

Dopo essersi illuso di poter cambiare il proprio destino, Sarri con l’esonero ha riaperto gli occhi. Certo non alla maniera di Silvio Magnozzi di “Una vita difficile”. Sarri ci è arrivato per contrarietà (per dirla alla Guccini), ha atteso che lo mettessero alla porta, non ha avuto l’ardire di scaraventare Agnelli in piscina con uno schiaffone. Lo schiaffone lo ha preso lui, oltre al seltz. 

Ma comunque ci è arrivato: il suo compito, nella lotta di classe, è spillare più soldi possibile ai padroni.

Adesso, quando busseranno alla porta della sua villa, per i ragazzi che fanno il porta a porta con Lotta comunista, sono pronti dieci euro.

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