ilNapolista

Piovono Daspo sugli Irriducibili di Diabolik e Pluto, tra ultras narcos e picchiatori albanesi

Il gruppo di ultras biancocelesti era al centro di un complesso sistema di spaccio e criminalità, portato alla luce dalle indagini della Questura di Roma

Piovono Daspo sugli Irriducibili di Diabolik e Pluto, tra ultras narcos e picchiatori albanesi

Narcos, spacciatori, picchiatori reclutati tra pugili albanesi, operazioni di guerriglia urbana. C’è un po’ di tutto nel contesto descritto dalla Questura di Roma nel comunicato col quale informa di aver notificato 44 provvedimenti Daspo nei confronti di vari esponenti criminali dell’organizzazione al cui vertice c’era Fabrizio Piscitelli, noto nell’ambiente dei tifosi della Lazio con il nome ‘Diabolik’.

Piscitelli era, con il suo braccio destro Fabrizio Fabietti, a capo dell’ala più radicale e di estrema destra degli Irriducibili, storici ultras laziali. E’ stato ucciso il 7 agosto 2019 al Parco degli Acquedotti, a Roma.

L’attività investigativa ha portato alla luce un nuovo e complesso sistema di spaccio nella capitale. Non c’era carico di droga che sbarcasse a Roma che non avesse il lasciapassare di Diabolik e del suo vice: da Ostia alla Romanina, da San Basilio a Roma nord, ogni grammo che entrava aveva il loro placet. E se qualcuno non pagava entrava in azione la batteria dei picchiatori reclutati tra pugili albanesi (da sempre la manovalanza dei Senese) e ultras degli Irriducibili.

Le indagini del Gico della Guardia di Finanza di Roma hanno evidenziato un’alleanza criminale tra Piscitelli e Fabietti, nata dalla fusione di due mondi che per anni avrebbero operato separatamente e che poi si sarebbero uniti in uno solo: da un lato c’erano i narcos del gruppo Fabietti di Tor Bella Monaca e dall’altro Fabrizio Piscitelli e il suo gruppo di picchiatori, alcuni dei quali appartenenti al mondo degli Irriducibili della Lazio, temuti e rispettati a Roma. La banda poteva contare sulla forza “militare” di un gruppo di soggetti che, secondo gli investigatori, era violento e non aveva timori di affrontare anche le forze dell’ordine.

Tra i trafficanti di droga colpiti dall’ordinanza anche Ettore Abramo, detto Pluto e Aniello Marotta, i quali rivestivano un ruolo fondamentale all’interno della frangia estrema degli Irriducibili. I due ultras – ricorda la Questura – in occasione della finale di Coppa Italia Lazio-Atalanta del 15 maggio 2019, incendiarono un’auto della polizia scatenando una vera e propria guerriglia urbana contro le forze dell’ordine.

Inoltre Abramo è stato il regista della manifestazione che vide protagonista una decina di tifosi degli Irriducibili che a Milano srotolarono uno striscione inneggiante a Benito Mussolini, facendo il saluto romano.

La banda si avvaleva anche di un sistema di comunicazione all’avanguardia in grado di eludere le intercettazioni telefoniche: il sistema tecnologico era fornito da Alessandro Telich, detto Tavoletta, che di professione fa il tecnico informatico. L’arrestato è titolare di una società, con sede a Dubai, che opera nel settore del controspionaggio industriale e delle telecomunicazioni. Telich, anche lui ultras della Lazio, per il gruppo eseguiva bonifiche sulle autovetture e nelle case fornendo sistemi di comunicazione criptati.

Il Questore di Roma ha emesso, nei confronti dei 44 pregiudicati, il cosiddetto D.A.Spo “Fuori Contesto”: la più recente misura di prevenzione atipica introdotta dalla legge in materia di sicurezza pubblica, che consente di negare l’accesso alle manifestazioni sportive anche a chi si sia reso responsabile di gravi reati che si sono verificati al di fuori dell’ambito sportivo

Nei confronti di Abramo e Marotta sono stati emessi provvedimenti di aggravamento del Daspo già in atto, per la durata massima di 10 anni con obbligo di firma.

ilnapolista © riproduzione riservata