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Nella truffa Suarez manca una domanda: chi è il mandante?

È l’ennesima figuraccia del mondo universitario italiano. Perché Suarez aveva bisogno del livello B1? Per cosa gli serviva? Chi era interessato, oltre al calciatore, alla truffa?

Nella truffa Suarez manca una domanda: chi è il mandante?

Come mai l’opinione pubblica sta analizzando la pagliuzza nell’occhio piuttosto che soffermarsi per pochi secondi sulla trave che, mi chiedo incredulo, nessuno riesce a vedere?

La vicenda Suarez non mi scandalizza per l’ennesima figuraccia che il nostro mondo accademico propone al mondo intero: prima o poi qualcuno scriverà, con prove alla mano, un libro su tutto ciò che si sente e si vede nelle nostre università.

Neppure mi meraviglia la favola del giovanotto uruguagio che, pur vivendo in un paese di lingua spagnola, sentiva l’esigenza di ottenere una certificazione della conoscenza della nostra lingua per accrescere il proprio livello culturale (!!!).

A me fa rivoltare lo stomaco, invece, il fatto che nessuno si sia posto la domanda: ma chi è il mandante di questa truffa che, allo stato, configura reati per rivelazione di segreti d’ufficio e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici?
Pensate che il povero Suarez si sia adoperato da solo?
Oppure che gli illustri accademici davvero siano stati colti da improvvisa pietas nei confronti del buono e tranquillo giovanotto?

Chissà se hanno mai utilizzato lo stesso illegittimo comportamento anche nei confronti di uno dei tanti regolari extra-comunitari che dopo parecchi anni di sacrificio necessita della certificazione per ottenere una assunzione alla Ansaldo Energia?

Credo che i magistrati si stiano interrogando al riguardo e soprattutto mi auguro che continuino ad indagare sempre più in profondità partendo da una domanda semplice: perché Suarez aveva assoluto bisogno del livello B1? A cosa doveva servire? Chi era interessato, oltre al calciatore, al raggiro?

Ma siamo in Italia, laddove il silenzio non fa domande ma può darci una risposta a tutto.

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