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Il tormentone Juve è il divertimento con Pirlo (per ora). Ma che facevano di triste con Sarri?

Bonucci, Ramsey, poi pure Ronaldo. Tutti a dire: “La differenza con Pirlo è che siamo allegri, ci alleniamo sorridendo”. Anche al Chelsea lo accusavano: “Ci allenava come fossimo una banca”

Il tormentone Juve è il divertimento con Pirlo (per ora). Ma che facevano di triste con Sarri?

A segnare il distacco mediatico tra i due non c’è voluto molto. Pirlo ci ha messo un paio di partite per smarcarsi da Sarri, con quel suo sguardo torvo, i modi burberi, la cicca spenta, il tutone, la bestemmia facile. “Si scaccolava sempre”, abbiamo appreso. Poi i giornalisti, che sono dei marpioni, hanno cominciato a chiedere con costanza ai giocatori della Juve “cos’è cambiato con Pirlo?“. E lì sono arrivate, in poche ore, tre risposte in fotocopia. I classici tre indizi che fanno una prova.

Prima Bonucci:

Con lui ci divertiamo. Somiglia molto di più ad Allegri. Trasmette tranquillità, come quando era calciatore. Anche da allenatore sa dirti le cose giuste per farti stare tranquillo”.

Poi Ramsey:

“La differenza è che ci divertiamo, gli allenamenti sono duri ma danno grande soddisfazione”

E infine, dopo Roma-Juve, Cristiano Ronaldo:

La squadra si allena col sorriso, è più contenta

I tre gradi di giudizio bianconero che condannano Sarri. Processo, appello e – Ronaldo – Cassazione.

Dev’essere davvero un mattacchione, Pirlo. A dispetto dell’apparenza. E in realtà nell’ambiente s’è sempre detto che in privato il Maestro è un gran burlone. Oppure, per contrapposizione: quanto dovevano essere insopportabilmente noiosi gli allenamenti con Sarri? I giocatori della Juve avrebbero potuto rispondere mille altre cose, e in effetti hanno argomentato meglio di così. Ma quello dell’inedito divertimento è già un mantra.

Resta agli atti la deposizione di Rob Green, ex secondo portiere del Chelsea che con The Athletic si sfogò:

“Sarri è un ex direttore di banca e gestisce la squadra come se fosse una banca. Nel suo cervello c’era come una formula per il successo, lui pensava: ‘Sono un matematico, l’ho scoperta e so come fare. Sarri aveva solo un modo di lavorare. Quando le cose non andavano, diceva semplicemente che dovevamo fare meglio. Gli allenamenti erano ripetitivi. Un giorno io e Giroud ci siamo seduti cercando di capire quante volte avessimo fatto le stesse identiche cose durante la sessione. Abbiamo concluso che durante la stagione solamente in 18 giorni non avevamo svolto il solito, identico lavoro”.

Pensate come se la starà ridendo Sarri, chiuso a Figline nella sua villa “che sembra una clinica”, a sentirsi rinfacciare pure la tristezza. Tanto da far passare Pirlo per un animatore da villaggio vacanze.

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