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Con le cinque sostituzioni la rosa del Napoli può fare la differenza

La mistificazione della rosa corta è un lontano ricordo. E con questa profondità Gattuso può cercare con più serenità l’equilibrio del suo Napoli

Con le cinque sostituzioni la rosa del Napoli può fare la differenza

Appena due anni fa, i tifosi del Napoli erano immersi nella bolla del sarrismo. E da lì, in quella profondità, si erano convinti che il Napoli non riusciva a vincere perché non aveva una rosa all’altezza. Ovviamente non erano minimamente sfiorati dal dubbio che avere una rosa più lunga, non sarebbe servita assolutamente a nulla: tanto avrebbero giocato sempre gli stessi.

Ci ha pensato poi Ancelotti, cambiando formazione ogni domenica, a far comprendere che i Napoli i calciatori li aveva eccome: bastava metterli in campo. Tant’è che l’allenatore emiliano veniva in maniera sprezzante definito l’aziendalista (a Napoli è un insulto), addirittura più di qualcuno era convinto che fosse obbligato per contratto a far giocare tutti. Le fantastiche fake-news di popolo che a Napoli attecchiscono con facilmente disarmante.

Poi, è arrivato Gattuso. Che è partito lancia in resta con il ritorno del 4-3-3, poi – dopo una serie di schiaffi in piena faccia – si è rapidamente convertito a un più pragmatico 4-1-4-1. La campagna acquisti di gennaio ha regalato al Napoli una delle rose più profonde della Serie A, se non la più profonda. E se lo scorso anno, qualcuno come Lozano era ai margini, adesso anche lui è stato reintegrato: oggi è stato schierato dal primo minuto.

Checché ne dica Gattuso, il Napoli non è esistito nei primi sessanta minuti. Dopodiché ha cambiato due cose. Innanzitutto un uomo: fuori Demme – prova incolore la sua – e dentro Osimhen. Che ha radicalmente cambiato la partita. Assieme al cambio di schema di gioco: addio 4-1-4-1 e via al 4-4-2 con Fabian e Zielinski centrali.

Comprensibilmente Gattuso, nel post-partita, è stato attento a non darsi la zappa sui piedi. Ha detto che bisogna ragionare sui principi di gioco e non sui numeri (e ha ragione) e ha ricordato che la squadra prima di ogni altra cosa deve avere equilibrio. Vero. Altrettanto vero che dopo i due cambiamenti abbiamo visto un’altra partita.

Anche perché il Napoli ha una signora panchina. Uno dopo l’altro, fa entrare Osimhen, Elmas (soprattutto i primi due) e poi anche Politano, Lobotka e Petagna che sono comunque panchinari che non molti in Serie A possono permettersi. E sono rimasti seduti gente come Meret, Mario Rui, Maksimovic, Rrahmani, lo stesso Ghoulam. La mistificazione della rosa corta è per fortuna un lontano ricordo.

Adesso sta a Gattuso lavorare sull’equilibrio. Al di là delle sue dichiarazioni, che ovviamente sono valide e comprensibili, sarà davvero dura lasciare fuori Osimhen. Una partita non fa primavera ma passando almeno due categorie tra il Napoli senza Osimhen e il Napoli con Osimhen. Anche se, ovviamente, non che adesso senza Osimhen il Napoli sia una squadretta. Ci sono anche una serie di giustificazioni di cui tener conto: il caldo, la partita alle 12.30. Ma la speranza è che Napoli si abitui il più rapidamente possibile a giocare con il 4-4-2, a prendere più rischi. Con quattro uomini offensivi in  campo, oggi è stata decisamente un’altra storia.

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