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Il piano di De Laurentiis per i diritti tv: due miliardi all’anno nelle casse della Serie A

A tanto ammonterebbero i ricavi, a fronte di 240 milioni di costi. Recupero degli abbonati persi in questi anni. Emittenti ridotte a veicolo per la trasmissione degli eventi

Il piano di De Laurentiis per i diritti tv: due miliardi all’anno nelle casse della Serie A

Gli oltre 700 mila abbonati persi dalle pay-tv negli ultimi due anni sono il dato che restituisce meglio un’immagine tutt’altro che in salute del calcio italiano, dal punto di vista commerciale. Ed è quello da cui è partito Aurelio De Laurentiis per esporre agli altri club di Serie A il progetto ambizioso di un’organizzazione quasi del tutto autonoma nella gestione, nella promozione e nella produzione delle partite. Il discorso non è relativo soltanto al campionato, la competizione che riscuote l’interesse principale degli appassionati, ma anche a Champions League, Supercoppa Italiana, Europa League, Coppa Italia e Serie B, elencati nell’ordine di preferenza risultato da uno studio di Nielsen Sports dello scorso novembre.

Alla base del dato negativo ci sarebbero due eventi senza precedenti. Il primo è la rottura del duopolio Sky-Mediaset, verificatasi nell’agosto 2018 con la chiusura di Premium Sport, che l’emittente satellitare non ha saputo gestire a dovere, non riuscendo ad attrarre molti abbonati della concorrenza, che così hanno preferito optare per soluzioni pirata o hanno smesso di seguire assiduamente il calcio. Il secondo è lo scoppio dell’epidemia di coronavirus che ha inevitabilmente rivisto le priorità degli italiani in termini di abbonamenti, anche e soprattutto davanti alla sospensione dei campionati. La necessità di legarsi a due piattaforme per seguire tutte le partite della propria squadra, soluzione che di certo non è tra le più comode, ha fatto il resto.

L’obiettivo del presidente del Napoli è che la Lega possa produrre le partite delle tre competizioni nazionali e concederle allo stesso prezzo agli utenti tramite i licenziatari già esistenti o che si affacceranno sul mercato in un prossimo futuro. Anche perché il progetto partirebbe dalla stagione 2021/22, quando le restrizioni e le problematiche causate dal virus dovrebbero essere risolte. I vari Sky, Dazn, Netflix, Amazon Prime Video ecc. diventerebbero semplicemente un mezzo di veicolazione dei contenuti dalla Lega al consumatore. Per i servizi di trasmissione e raccolta degli abbonamenti verrebbe loro riconosciuto un compenso fino ad un massimo del 10%. Quindi, considerando 4 milioni di abbonati che pagano poco più di 36 euro al mese, i ricavi al netto dell’IVA superano gli 1,4 miliardi di euro.

Complessivamente però si arriverebbe a 2 miliardi, tenendo conto degli introiti derivanti da locali ed esercizi commerciali, Coppa Italia, sponsor di Lega e dal mercato estero, le cui possibilità sono state valutate molto al ribasso per 330 milioni all’anno. Relativamente a quest’ultimo aspetto, il progetto di De Laurentiis prevede la creazione di una struttura forte e soprattutto presente, con uffici dislocati in paesi strategici per la promozione del prodotto. In questo modo nell’arco di sei anni verrebbe azzerato il gap con gli altri maggiori campionati europei.

Il vantaggio per l’utente è rappresentato dalla possibilità di pagare esclusivamente il servizio richiesto, senza che l’offerta calcio sia inserita in un pacchetto che ne preveda altri come le serie tv o intrattenimento vario. Affinché sia minimizzato il rischio di disdette a stagione in corso sarebbe richiesto un abbonamento annuale, pagabile anche a rate a tassi d’interesse molto bassi. In questo senso, il presidente ha garantito la validità del sistema avendolo già sperimentato con successo per la gestione degli abbonamenti allo stadio.

La Lega a questo punto potrà dotarsi di una serie di strutture interne. A titolo esemplificativo, vengono ipotizzate una per la gestione degli affari esteri, una per i rapporti con le piattaforme e con i singoli utenti, una pubblicitaria e un’altra ancora amministrativa. I costi annuali, oltre alla quota del 10% già citata, sarebbero relativi alla promozione, alla produzione e alla distribuzione del prodotto, a cui si aggiunge una voce per la componente grafica e statistica, per un totale di 238 milioni.

La Lega, inoltre, potrebbe diventare un vero e proprio editore per rivendere le partite a tutte quelle piattaforme che non sono dotate di una redazione, così da offrire un prodotto completo dei servizi giornalistici, dalla telecronaca al bordocampo. Si coglie, dunque, nell’immediato la portata rivoluzionaria del progetto di De Laurentiis, che potrebbe far vivere a vent’anni dall’ultima volta una nuova età dell’oro a tutto il calcio italiano.

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