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Gattuso pensa a un Napoli più verticale: il 4-2-3-1 sarebbe un 4-4-2 con Osimhen e Mertens

Allo studio l’abbandono del centrocampo a tre. Gattuso è pronto a sperimentare: perdere un centrocampista per aumentare le soluzioni offensive e le varianti tattiche

Gattuso pensa a un Napoli più verticale: il 4-2-3-1 sarebbe un 4-4-2 con Osimhen e Mertens

Osimhen ci dà l’opportunità di fare qualcosa di diversoha detto ieri Gennaro Gattuso nella conferenza stampa di presentazione al ritiro del Napoli. L’allenatore ha confermato l’intenzione di sperimentare un nuovo modulo, approfittando del tempo – seppur breve – che ha a disposizione per lavorare con la squadra prima dell’inizio della stagione. Fasi che non ha potuto vivere quando si è insediato a campionato in corso, provocando infatti un periodo di incertezza critica.

È stato subito chiaro l’intento del tecnico, cioè far convivere Osimhen e Mertens, rispettivamente l’acquisto più costoso della storia del Napoli e il suo miglior marcatore, entrambi protagonisti delle trattative più intense dell’estate per De Laurentiis e Giuntoli. Tenere in panchina l’uno o l’altro sarebbe uno spreco enorme. Così Gattuso riflette su un Napoli inevitabilmente più offensivo, con soli due centrocampisti centrali e abbandonando la linea a tre. Quello che inizialmente potrebbe schierarsi come un 4-2-3-1 somiglierà molto di più ad un 4-4-2, dal momento che Mertens non è un trequartista puro ed è probabile che possa giocare molto più vicino ad Osimhen.

Un ritorno al passato, ma solo in termini numerici. Il gioco di Gattuso sarà più alla ricerca della verticalità, come ha chiarito lo stesso allenatore in conferenza stampa. Una tendenza che sarà accentuata grazie a Osimhen. È veloce e sa muoversi alle spalle della difesa. Bisogna andare cauti. Il Napoli deve evitare che si ripeta con lui quanto accaduto con Lozano. Il messicano avrà nuove opportunità di valorizzarsi, anche perché Callejon ha lasciato un vuoto che gli azzurri non devono a tutti i costi colmare con un nuovo acquisto (anche se il Napoli si sta muovendo in questo senso). La presenza di tre esterni di ruolo come Insigne, Lozano e Politano e la possibilità all’occorrenza di schierare lì un centrocampista da finto esterno, come faceva Ancelotti, non richiede obbligatoriamente un ulteriore innesto.

Qualcosa, più di qualcosa, cambierebbe anche a centrocampo. Il finale di stagione ha messo in discussione lo status di titolare di Diego Demme che ha perso quella lucidità nell’intensità che l’aveva reso indispensabile nel primo Napoli di Gattuso. Il contestuale miglioramento di Lobotka sul piano atletico e tattico ha mischiato le carte e per l’anno prossimo è difficile immaginare chi dei due sarà individuato dall’allenatore come opzione principale (sempre che non arrivi nessuno). L’altro posto avanti alla difesa sarà di uno tra Zielinski e Fabian Ruiz alla cui qualità è difficile rinunciare ma che al tempo stesso non hanno quelle doti nell’impostazione che ne rendono impossibile la coesistenza senza un regista di ruolo.

La difesa rappresenta il vero cantiere aperto. Se da un lato Di Lorenzo e Manolas sono inamovibili, dall’altro Koulibaly dovrebbe essere ceduto e Mario Rui potrebbe scivolare dietro nelle gerarchie nel momento in cui il Napoli riuscisse ad acquistare un giocatore di livello nel ruolo. I nomi, in questo senso, sono quelli di Reguilon e Tagliafico, gente di esperienza internazionale che potrebbe effettivamente alzare il livello dell’undici titolare. C’è poi ovviamente Rrahmani calciatore solido, da non sottovalutare. Gattuso è pronto a cambiare il volto della squadra, o quantomeno a dargliene un altro ancora. Sarà la sua vera missione, all’alba di una stagione da preparare in tutta fretta.

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