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Il Var sul fuorigioco non è un colpo di fortuna, è il motivo per cui è stato introdotto

Il Napoli ha meritatamente battuto il Sassuolo. Così com’è ovvio che il Sassuolo non è il Barcellona. Ma questo lo sapevamo anche prima

Il Var sul fuorigioco non è un colpo di fortuna, è il motivo per cui è stato introdotto

C’è un aspetto che sorprende nelle cronache post Napoli-Sassuolo. Il Var per quattro volte è intervenuto e ha annullato altrettanti gol segnati dal Sassuolo. C’è però un aspetto da chiarire. Il Var non è un’estrazione col bussolotto. Non è una roulette russa del regolamento. In quel caso ci si potrebbe appellare alla fortuna della squadra di Gattuso. Il Var arriva laddove l’occhio umano non riesce. Non ci addentriamo in discussioni sull’illusione ottica, sulla difficoltà di cogliere a occhio nudo il momento in cui parte la palla. Proprio per questo – non certo per la ridicola regola sul fallo di mano (che sarà sempre la stessa ma prima rigori così non ne fischiavano) – il calcio ha avvertito l’esigenza di affidarsi alla tecnologia.

Il Napoli non è stato fortunato. Il Napoli ha messo quattro volte in fuorigioco il Sassuolo che poi ha segnato. O, se volete, il Sassuolo non ha trovato il tempo giusto nelle sue azioni. Almeno in un paio di occasioni, le prime due, il fuorigioco era visibile a un allenato occhio nudo (in entrambi i casi Koulibaly cita Baresi col braccio alzato, pur senza la stessa sicumera) ma i guardalinee – per regolamento – devono attendere che l’azione finisca. È il nuovo calcio. Desta scalpore che i gol annullati sono stati quattro, ma un giorno potranno essere anche otto. Non cambia nulla.

Non sono i gol giustamente annullati per fuorigioco a indirizzare l’andamento di una partita. Poi, si può discutere del fuorigioco millimetrico, come nel caso di Berardi per la terza rete annullata, ma questo è un altro discorso. Possiamo anche essere d’accordo. Però se nello sport discutiamo di millimetri e centimetri, non ne usciamo più. Torniamo a Moser-Knetemann del 1977. O al canestro dell’Urss alla sirena della finale olimpica 1972. E altri migliaia di casi. Potremmo scriverne un’enciclopedia.

Il Napoli ha vinto con merito contro il Sassuolo una squadra che ultimamente ha battuto la Lazio e ha messo in difficoltà la Juventus. E ieri sera ha creato qualche grattacapo anche al Napoli. Non è accaduto nulla di sorprendente.

I numeri del match – come evidenziato anche nell’analisi tattica di Alfonso Fasano – sono in misura schiacciante dalla parte del Napoli. Le occasioni sono nove a uno per il Napoli, quella di Insigne – ad esempio – clamorosa; i tiri in porta otto a uno per il Napoli. Perché i gol in fuorigioco non valgono come occasioni da rete. Il Napoli ha giocato quasi il triplo dei palloni in area degli avversari: 67 a 24.

Questo è la fotografia di Napoli-Sassuolo. Poi, va da sé che il Sassuolo non c’entra niente col Barcellona. Ci sembra ovvio che nell’occasione del secondo gol annullato, Messi non avrebbe tardato il passaggio per Griezmann (o Ansu Fati) che sarebbe allegramente andato in porta. O, ancora, se Koulibaly quei due palloni a inizio partita in favore di Djuricic e forse Caputo, dovesse perderli al Camp Nou contro Suarez e Messi, l’esito sarebbe diverso. Ma non dobbiamo qui attardarci a spiegare che il Barcellona è leggermente più competitivo del Sassuolo, pur con tutte le difficoltà che sta attraversando. Per capirci, nulla sarebbe cambiato neanche se avessimo battuto 5-0 la squadra di De Zerbi. Anche perché non crediamo affatto che Gattuso imposterà la partita allo stesso modo: torneremo, giustamente, al sano doppio pullman con licenza di ripartire, come all’andata.

Non è che se giochiamo a tennis contro un buon classificato che fa serve and volley, facciamo le prove generali per un ipotetico match contro John McEnroe. Sono semplificazioni giornalistiche che hanno l’unico intento di provare a rendere appetibili partite che altrimenti il 25 luglio una persona, sia pure appassionata, non guarderebbe mai. Perché, diciamocelo, non c’è alcun valido motivo per guardare queste partite. Come testimoniano i dati Auditel.

Quel che non abbiamo compreso sono le dichiarazioni di fine gara di Gattuso anche lui caduto nel luogo comune su Napoli e improvvisamente trasformato da maestro del sadomaso a impotente osservatore dei presunti vizi dei calciatori (peraltro da lui denunciati). Non si può sempre buttare la croce sui giocatori. Populisticamente funziona, ma il popolo non può essere la misura di tutto. È stato il momento più preoccupante della serata. Decisamente meglio la frase: «Tra due settimane possiamo fare la storia del Napoli».

Servirà molta più attenzione a Barcellona, è indubbio. Servirà una partita vera. Non dimentichiamo che fin qui il Napoli ha battuto e pareggiato contro il Liverpool e pareggiato all’andata con Messi e compagni. Servirà attenzione per 95 minuti. Impresa non semplice. Ma anche le motivazioni saranno diverse. Ne parleremo la sera dell’8 agosto. Nel frattempo, Napoli-Sassuolo va incastonata nella giusta prospettiva: il Napoli ha meritato di vincere anche se al Sassuolo hanno annullato quattro gol per fuorigioco.

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