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Dopo la sconfitta in finale di Coppa Italia, l’Atalanta ha investito. La Lazio no

Fu un brutto colpo per i bergamaschi che hanno curato la panchina con Muriel, Malinovskyi e Caldara. A differenza di Lotito la cui squadra ha finito la benzina

Dopo la sconfitta in finale di Coppa Italia, l’Atalanta ha investito. La Lazio no

Il 15 maggio 2019 la Lazio riusciva ad imporsi con un secco 2-0 sull’Atalanta, in finale di Coppa Italia, conquistando il trofeo. Per i bergamaschi la delusione sarà addolcita dalla qualificazione in Champions League, traguardo meritato e frutto di una programmazione totale, che va dalle strutture al vivaio, dagli acquisti alle cessioni. Il tutto collocato in un modello economicamente sostenibile per le possibilità della famiglia Percassi.

Nonostante il contesto “provinciale”, quella finale persa non è andata giù. I grandi risultati ottenuti in Europa, dalla storica qualificazione all’approdo ai quarti di finale di Champions, sicuramente consegnano alla storia Gian Piero Gasperini e la sua squadra. Ma aver avuto la possibilità di mettere quella coppa in bacheca e non esserci riusciti, ha fatto scattare una molla.

Così il progetto è diventato più ambizioso. Confermarsi in campionato e andare avanti il più possibile in tutte le competizioni ha richiesto inevitabilmente uno sforzo da parte della società, che è intervenuta sul mercato acquistando Luis Muriel e Ruslan Malinovskyi, mentre a gennaio è arrivato Caldara per riempire lo slot lasciato libero dalla cessione di Kjaer. Dell’undici titolare sono stati ceduti soltanto Mancini e Cristante, la struttura della squadra è rimasta pressoché invariata.

Per il resto Gasperini ha fatto di necessità virtù: Pasalic può alternarsi interno di centrocampo o sulla trequarti, Hateboer può ricoprire anche il ruolo di terzo in difesa. Con qualche accorgimento, dunque, l’Atalanta è arrivata ad avere una rosa profonda, non sulla carta ma per le qualità espresse dai singoli giocatori, perfettamente calati nel sistema.

Dall’altro lato la Lazio, pur adottando un criterio simile, non ha avuto i risultati sperati. Ha preso Vavro, Jony e Lazzari ma soltanto quest’ultimo ha reso rispettando le attese. Gli altri due hanno trovato poco spazio, a causa della gestione di Simone Inzaghi. La scelta dei biancocelesti è stata quella di non puntare concretamente sull’Europa League e l’eliminazione è stata una conseguenza inevitabile. Soffermandosi soltanto sul campionato, le rotazioni si sono ridotte e la squadra ha potuto contare su una straordinaria continuità che l’ha portata a lottare per lo scudetto.

Una strategia che si è dissolta nel momento in cui le esigenze post Covid-19 hanno comportato una forte compressione del calendario, che ha vanificato soprattutto i successi precedenti della Lazio, mentre l’Atalanta ha mantenuto la solita intensità. In tal senso si è dimostrata superiore l’idea di calcio di Gasperini: i biancocelesti corrono un chilometro di media in più, ma non sono efficaci come i nerazzurri che calciano e segnano più di ogni altra squadra in Serie A. Sono diversi i punti di contatto sul piano teorico, ma il rendimento dei bergamaschi è superiore in modo schiacciante.

Il gioco della Lazio vive dei momenti di stasi che quello dell’Atalanta non prevede. De Roon ha sottolineato come Gasperini detesti i passaggi in orizzontale o all’indietro, proprio per esasperare la ricerca della verticalità attraverso i movimenti combinati di attaccanti ed esterni tempestivamente serviti da Gomez. Non potendo contare su giocatori con queste attitudini alla finalizzazione sulle fasce, il gioco di Inzaghi restringe il campo nella fase conclusiva dell’azione, dove Luis Alberto agendo tra le linee ha la qualità per cercare la giocata.

Tutto questo sta mancando, però. I biancocelesti si stanno scontrando con un ritmo che avevano evitato quasi consapevolmente, i ricambi non sono all’altezza dei titolari e i risultati sono negativi. E così quell’avvicendamento tanto voluto, nelle gerarchie del campionato, potrebbe verificarsi in classifica. Non sarà la Coppa Italia, certo, ma il futuro dell’Atalanta è più che radioso.

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