Il caso Picault: “A Cagliari mi chiamavano scimmia e mi picchiavano”. L’allenatore: “Non è vero”
Americano di origini haitiane, il giocatore ha raccontato episodi di razzismo anche violento durante la sua esperienza in Sardegna

Fabrice Picault, per tutti Fafà, si è formato nel settore giovanile del Cagliari tra il 2006 e il 2011. Oggi gioca nel suo paese d’origine, gli Stati Uniti, sul profilo Facebook del suo attuale club, l’FC Dallas, ha raccontato degli episodi di razzismo subiti durante l’esperienza in Italia.
Il nostro allenatore, all’epoca con la squadra riserve, è tra le peggiori persone che abbia mai conosciuto. Mi chiamava scimmia, mi diceva che dovevo tornare nella giungla in Africa, che i neri non hanno tecnico. ‘Ti abbiamo portato qui per correre’ mi diceva. A volte i miei compagni mi facevano trovare adesivi di scimmia sull’armadietto e mi prendevano a pugni anche due volte alla settimana.
Con una story sul proprio profilo Instagram, Picault ha voluto precisare alcuni aspetti delle proprie dichiarazioni.
Voglio chiarire quello che ho detto ieri sul mio allenatore e alcuni miei compagni, non riflette tutto il tempo che ho passato in Sardegna, torno lì ogni anno, ho i miei migliori amici e ci passo un mese e mezzo all’anno. Sono cose che mi sono realmente successe, che andrebbero discusse, ma non per compatirmi, non ho bisogno della pietà di nessuno, sono cose capitate anni fa e ho fatto ciò che dovevo fare con la mia carriera, ma sono comunque vere e importanti. Ora non è il momento di colpire un intero club, dobbiamo solo guardarci allo specchio individualmente e capire cosa possiamo fare meglio.
L’allenatore in questione, Giorgio Melis, ha voluto rispondere a Picault intervistato da TuttoMercatoWeb.
Io razzista? Mai! Smentisco categoricamente ogni genere di affermazione di Picault.
È arrivato quindi anche il parere di Alessio Secco, procuratore del giocatore, a chiudere la vicenda, rilasciato a gianlucadimarzio.com.
Se Picault ha detto queste cose lo ha fatto con cognizione di causa.