“Ero umile. Non ho mai pensato a me: ‘se vinco la Champions divento il miglior allenatore’, o cose del genere”
“Ovviamente ero l’allenatore, ma mi sentivo uno di loro”. José Mourinho nel decennale del triplete con l’Inter, ospite a Sky, fa una piccola ammissione: “Non mi sento speciale”.
Poi spiega: “Ma io mi sono sentito veramente speciale con l’Inter perché penso che quello che abbiamo fatto va oltre le coppe, le medaglie, la storia che abbiamo scritto. Io mi considero solo uno dei “capi” di questa squadra che ancora oggi è una famiglia, nonostante oggi siamo tutti in posti diversi e facciamo cose diverse. Siamo amici per sempre e ciò mi marcherà per sempre. Amici per la vita, mi fa sentire troppo orgoglioso”.
E ancora: “Io non ho mai pensato a me: ‘se vinco la Champions divento il miglior allenatore’, o cose del genere. Pensavo solo alla gioia degli altri, dei tifosi, dei giocatori. In modo altruista. Quello mi ha fatto sentire speciale. Ero umile, tranquillo, attento alle sensazioni degli altri e non concentrato su di me“.