La Premier riparte con gli allenamenti di gruppo, ma è ancora in alto mare

Raggiunto all'unanimità l'accordo tra i club per la seconda fase della preparazione. Ma la discussione su come riavviare il campionato è ancora lunga. I giocatori hanno paura

deeney

La Premier League riprenderà gli allenamenti di gruppo questa settimana: i club hanno concordato all’unanimità una serie di protocolli medici per “proteggere” i giocatori in questa fase della preparazione.

Entro domani pomeriggio, a condizione che una prima tranche di test dia risultati negativi, le squadre potrebbero cominciare a fare sul serio in vista di un riavvio del campionato previsto probabilmente per i 19 giugno. I protocolli sono stati votati dopo settimane di bozze e molte polemiche da parte di medici e giocatori. Sono in pratica una prima tappa verso la ripresa delle competizioni.

I protocolli consentono l’allanamento distanziato ma saranno necessari ulteriori protocolli per consentire l’addestramento di contatto, in definitiva, le partite. Durante l’incontro è stato riconosciuto da tutti che i prossimi step saranno i più difficili, con molto lavoro ancora da fare.

I giocatori, in particolare, dovranno essere convinti. E’ vero che la Bundesliga è tornata – con un discreto successo – a giocare a porte chiuse, ma la Germania si trova in una fase molto diversa della crisi sanitaria. Domenica la Germania ha registrato 589 nuovi casi confermati di positività. Nel Regno Unito 3.534.

“La prima fase è l’allenamento individuale a distanza sociale con un allenatore; non è un problema, è come andare al parco “, ha detto il capitano di Watford, Troy Deeney. “La seconda fase prevede ora sei giorni di allenamento, da tre a sei persone che si allenano insieme, e poi sei giorni dopo si entra nella fase dell’11 contro 11 e non c’è distanza sociale che tenga nell’11 contro 11. Non vedo l’ora di giocare a calcio, è il mio lavoro, ho il miglior lavoro al mondo. Ma devono esserci misure chiare e sicure per tutti, non solo per me. Ho sentito Tammy Abraham dire che suo padre ha l’asma e vive con lui, quindi è chiaro che è preoccupato”.

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