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Il grande ammutinamento dei giocatori spagnoli: i maxi-ritiri spaccano la Liga

Tebas: “Spero che si riparta il 12 giugno”. Ma i calciatori non ci stanno a stare chiusi altri due mesi in albergo per concludere la stagione, e sono pronti alle barricate

Se quello del Napoli è diventato famoso come “l’ammutinamento”, questo dei giocatori spagnoli cos’è? Dopo due mesi di lockdown in casa, non hanno alcuna intenzione di chiudersi in un albergo per altri due mesi, in quarantena per giocare a calcio ogni tre giorni. L’avevano già esplicitato in un durissimo comunicato dell’Afe – roba che al confronto l’assocalciatori italiana finisce per fare la figura di un’accozzaglia impaurita – nel quale parlavano addirittura di ritiri incostituzionali.

Ma esattamente come in Inghilterra, dove si combatte per il ritorno in campo nei neutri, a spaccare la Liga nell’attesa del ritorno in campo è l’ipotesi degli arresti alberghieri. Per i club è l’unica soluzione per isolare i proprio tesserati e tenerli più o meno al sicuro dal contaggio – scrive El Pais. Ma loro proprio non ci stanno. Intanto ieri la prima tranche di test ha fatto registrare 5 positivi.

Il protocollo di prevenzione per lo sport elaborato dal Consiglio superiore per lo sport (CSD) e approvato dal Ministero della Salute stabiliva i ritiri dalla fase due – la ripresa degli allenamenti in piccoli gruppi – alla fase quattro – a campionato ripreso. Due mesi in tutto. L’AFE assicura che l’opposizione dei giocatori a un periodo così lungo di isolamento è radicale.

Di fronte a questo rifiuto netto, la Liga sta studiando una formula che accorcerà il periodo di ritiro e placherà gli animi. Al momento, la fase di allenamento in piccoli gruppi ha eliminato il problema. I presidenti guardano alla Germania, dove i club hanno ridotto, per ora, l’isolamento all’ultima settimana di preparazione. Il presidente della Liga, Javier Tebas, ha annunciato domenica sera in un’intervista in un programma tv, che “il ritiro previsto per la settimana del 18 maggio è soppresso”. Nello stesso programma, Gerad Piqué ha aggiunto: ” È un argomento delicato, per i giocatori il fatto di non essere a casa con la famiglia è difficile. Se l’isolamento può essere ridotto al minimo, apprezzeremmo”.

Per Tebas si potrebbe riprendere a giocare già il 12 giugno: “Vorrei che la data fosse il 12 giugno. Ma dobbiamo stare attenti. Dipenderà da molti fattori che non dipendono dal calcio ma dalla società spagnola. Il rischio durante le partite sarà zero, o praticamente zero, perché i giocatori verranno testati – con un tasso di fallimento possibile del 5% – 24 ore prima”.

Secondo Juan Carlos Campillo, psicologo della Nazionale e ora al Siviglia “un ritiro molto lungo giova alla prevenzione delle infezioni, ma i giocatori non si sentiranno in equilibrio emotivo per affrontare la competizione. I giocatori sono persone e hanno bisogno del contatto con le loro famiglie e il loro ambiente. La tensione e l’irritabilità renderanno loro più difficile gestire le proprie emozioni”.

Julieta Paris, anche psicologa dello sport specializzata in alte prestazioni aggiunge che tutto ciò “danneggerà le prestazioni perché li scoraggia. Se viene aggiunta più anormalità di quella sperimentata dalla pandemia, si genererà stress. Lo stress ha a che fare con l’attivazione generale dell’organismo che entra in uno stato di allarme. Ciò riduce l’immunità e provoca stati simil-influenzali, infezioni e problemi intestinali e muscolari.

Il rigoroso protocollo di ritorno alla competizione a cui lavora la Liga prevede che i giocatori lascino le stanze solo per mangiare, allenarsi e giocare. “Non è un ritiro come prima di una Coppa del Mondo, dove possono fare passeggiate, avere giorni liberi o far visita alla famiglia. È necessario trovare un equilibrio, tenendo anche conto dell’aspetto economico, e che influisce anche sui calciatori ”, sottolinea Campillo.

“Per competere, la tua mente non deve pensare al futuro perché genera più ansia, devi concentrarti sull’immediato. Devi accettare la situazione. I giocatori possono farlo. Nella mia esperienza, gli atleti sono un punto di riferimento in materia di disciplina, responsabilità e miglioramento in molte aree che andrebbero a beneficio della società”.

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