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I due pesi e i due lanciafiamme di De Luca: il Napoli può allenarsi, i cinghialoni no

Interpretiamo le parole del presidente della Regione Campania come un “tana libera tutti”. Da oggi nessun divieto può essere preso in considerazione

I due pesi e i due lanciafiamme di De Luca: il Napoli può allenarsi, i cinghialoni no

E alla fine Vincenzo De Luca è caduto sul calcio. Un mese e mezzo a costruirsi un’immagine da duro, irreprensibile o se volete da populista, esagerato, caricaturale. E poi, nello stesso videomessaggio, prima deride i cosiddetti cinghialoni, ossia le persone non dotate di gradevole aspetto fisico che corrono, obbligando loro, come chiunque esca di casa, a farlo con la mascherina, e poi dà un’autorizzazione di massima agli allenamenti dei calciatori del Napoli. Si è sentito rassicurato dalle garanzia offerte da Aurelio De Laurentiis che ha promesso il rispetto della distanza – avendo tre campi a disposizione – e anche l’alternarsi degli orari.

Il calcio fa bene e ha tutto il diritto di tutelare i propri interessi ma chi governa una regione dovrebbe applicare un metro di giudizio il più omogeneo possibile.

Per brevità, senza attardarci in polemiche che tanto non ci porterebbero da nessuna parte, ci permettiamo di tradurre e interpretare le parole di De Luca e di convertirle in un “tana libera tutti”. Per noi, i due pesi e i due lanciafiamme hanno un solo significato: che il periodo dei divieti è terminato anche in Campania. Compreso quello dell’obbligo di mascherine. Da oggi, come cittadini campani, ci riteniamo “liberi”. 

De Luca, di fatto, con toni sgradevoli ha annunciato la fase due e tre messe insieme. Del resto i numeri dei contagi in Campania sono irrisori: tredici ieri i positivi nella regione. La differenziazione in base all’aspetto fisico è giunta storicamente fuori tempo massimo. Quanto al senso del pudore in base a cui vorrebbe arrestare i cinghialoni malvestiti che corrono, rimandiamo il presidente della Regione Campania al mitico film di Alberto Sordi.

 

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