Galli: «Lo stop forzato servirà a fare pulizia delle persone poco serie che sono nel calcio»

L'ex portiere al Corriere Fiorentino: «Ci sono società che non dovrebbero nemmeno esistere. E se finora era loro tutto concesso, magari grazie ai contributi della Lega, ora forse non sarà più così» 

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Il Corriere Fiorentino intervista l’ex portiere Giovanni Galli. Racconta come vive la quarantena e parla della ripresa del calcio.

«A livelli più bassi ci dobbiamo ricordare che molti imprenditori mettono nel calcio i proventi delle loro aziende e molte ora sono ferme. Si fa fatica a pensare che possano continuare a farlo se l’economia non riparte. Ma può anche darsi che questo stop forzato possa servire a fare pulizia delle tante persone poco serie che abitano il mondo del calcio».

E aggiunge:

«Ci sono società che non dovrebbero nemmeno esistere, che promettono ai giocatori mari e monti ma poi, quando si inizia una stagione tutti dicono di voler vincere il campionato. In A come tra i dilettanti. Poi passano i mesi e quando ti rendi conto che non puoi più vincere inizi ad abbandonare i tuoi giocatori, cerchi tutti i modi per non pagare gli stipendi. C’è gente davvero poco seria in giro. E se finora gli era tutto concesso, magari grazie ai contributi della Lega, ora forse non sarà più così. E potremo iniziare a risistemare le cose. A iniziare dalle follie che abbiamo visto in questi anni su ingaggi e cartellini dei giocatori, si è arrivati a livelli privi di un qualunque senso».

La priorità, comunque, resta riprendere a giocare.

«Ritengo che la priorità sua terminare le competizioni lasciate a metà. Campionati e coppe europee. Anche se non si capisce ancora quando si potrà mai riiniziare. Sono contrario a campionati strozzati in sei mesi o altre formule strane. Meglio terminare quanto abbiamo iniziato, qualunque sia il tempo che occorre. Per me si può giocare il campionato 2019-2020 fino a Natale. Oppure provare con i play-off. Ma lasciare a metà no, sono contrario. Cosa gli dici alla gente, che abbiamo scherzato? Su che basi ripartiresti l’anno prossimo?».

Del resto, aggiunge, ancora non si sa cosa succederà in futuro.

«E se fra sei mesi il virus si ripresenta con un’ondata di ritorno che si fa? Non siamo sicuri di nulla. Nessuno può dire di conoscere davvero questo virus. Non mettiamo altra carne al fuoco, finiamo ciò che abbiamo iniziato. Con tanto di vincitori, promozioni e retrocessioni. Anche allungando di sei mesi se occorre. E poi… come lo faresti il mercato? Ci sono giocatori che hai visto per tre partite e basta. Come fai a valutare chi tengo, chi vendo, chi compro».

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