Mura: Agnelli rimpiange i tempi in cui avrebbe potuto chiamarsi Andrea III e promulgare editti
Su Repubblica scrive che le parole del presidente della Juve sull'Atalanta sono un’entrata a gamba tesa su quel che sopravvive dell’idea di sport

Su Repubblica, Gianni Mura commenta il rilancio, da parte del presidente della Juve, Andrea Agnelli, dell’idea della Super Lega. E il suo richiamo, come esemplificazione del discorso, all’Atalanta e alla sua prima volta in Champions dopo un solo anno buono. Scrive Mura:
“Andrea Agnelli è certamente uomo calato nel presente, ma credo che a volte rimpianga i tempi in cui avrebbe potuto chiamarsi Andrea III, così come c’erano Enrico IV, Carlo V e Luigi XII. Un bell’editto e si vietava l’ingresso nella capitale ai villani, ai bifolchi, ai questuanti, alle meretrici. Con l’Atalanta e la Champions non si può fare, o non ancora”.
Perché Agnelli si comporta così? Mura prova a dare una risposta possibile.
“Perché ad Andrea Agnelli non piace essere voce del coro ma andare controcorrente”.
E allora, in un periodo in cui “tutti lisciano il pelo all’Atalanta, a Gasperini, a Percassi, a Ilicic, al Papu”, lui si chiede come mai l’Atalanta sia in Champions e la Roma no.
L’Atalanta si trova lì, scrive Mura, perché è arrivata terza in campionato, con più punti della Roma “e non ha rubato il posto a nessuno”. Perché queste sono le regole di accesso alla Champions,
“almeno finché non cambieranno in peggio”.
Le parole di Agnelli sono
“un’entrata a gamba tesa su quel che sopravvive dell’idea di sport. Però fa piacere leggere che ha telefonato a Percassi, presidente dell’Atalanta, e che tra i due c’è stato chiarimento franco e totale”.