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Semenya dall’atletica al calcio: «A vincere da soli c’è più gusto, ma anche condividere è bello»

Su Repubblica: «Sono in pace con me stessa. Con quello che sono e con quello che ho fatto. Non guardo indietro con rabbia. Potrei tornare per Tokyo»

Semenya dall’atletica al calcio: «A vincere da soli c’è più gusto, ma anche condividere è bello»

Repubblica intervista oggi Caster Semenya, l’atleta sudafricana esclusa dal mezzofondo per i valori elevati di testosterone. Oggi gioca a calcio ed è felice della sua scelta

«A vincere da soli c’è più gusto, ma anche condividere è bello. In atletica devi motivarti da te, trovare ogni giorno la forza per allenarti, in gruppo e nel calcio hai la responsabilità anche degli altri, ma a volte puoi anche togliertela dalle spalle»

A 29 anni, dopo 10 stagioni da dominatrice, 2 ori olimpici sugli 800 metri e 3 titoli mondiali, si è vista escludere a causa delle nuove regole, ma non si è persa d’animo

«Sono in pace con me stessa. Con quello che sono e con quello che ho fatto. Non guardo indietro con rabbia. Sono tornata al calcio, mio vecchio amore di quando avevo 7 anni, giocavo nella squadra di mio fratello, tutti ragazzi, e nessuno riusciva a portarmi via il pallone»

Non nasconde di stare pensando ad un ritorno per Tokyo

«il regolamento me lo permette. Con il mio allenatore ci stiamo pensando, ma non so in quale specialità, tengo una porta aperta, anche se ho accettato di farmi da parte perché mi sembrava saggio non andare a una guerra infinita. Lo ripeto: so chi sono, se sono sbagliata geneticamente non è colpa mia, niente è mai stato facile per me»

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