Raiola: “La FIFA è come la mafia. Se ne parli male, muori”
L'agente dice di voler "fare la rivoluzione": "Vogliono tornare al totalitarismo comunista, controllare i trasferimenti. Dietro c'è Gianni Infantino"

“La FIFA è come la mafia. Se ne parli male, muori”. La tocca pianissimo Mino Raiola. In un in’intervista a “Sport Voetbal Magazine” ripresa da Eurosport il procuratore torna ad accattare il governo del calcio, con il quale i più importanti agenti internazionali hanno in corso una battaglia sulle commissioni.
“Puoi fare due cose – ha detto Raiola – puoi lottare contro la FIFA, e questo è quello che ho fatto per anni. Con piccoli successi, perché sono l’unico che se n’è interessato. Oppure creare un nuovo sistema così che ci sia almeno una possibilità di scelta”.
“Avrei voluto cambiare la FIFA dall’interno. La prima cosa che avrei fatto è limitare a due mandati la presidenza, e fare in modo che tutti possano fare carriera a seconda della bravura. Ma questo non è possibile, perché distruggeresti il giocattolo degli incompetenti leader della FIFA. La FIFA è la FIFA, buona fortuna. Non vogliamo averci nulla a che fare, andiamo per conto nostro. La FIFA è finita, il vecchio sistema è finito. Questo è inizio di una nuova era, noi siamo alla base. È tempo per una rivoluzione”.
“La FIFA ha un buon numero di dirigenti in prigione, che non sono sospesi dall’associazione mondiale del calcio stessa. Anni fa ho urlato che la FIFA è la mafia, mi hanno riso dietro. Intendevo dire che ha la stessa struttura e forma della mafia. È una famiglia corrotta, non violenta, ma molto opaca, focalizzata sull’accumulare potere e controllo con enormi conseguenze sul calcio. Dietro tutto c’è Gianni Infantino. Mi hanno sospeso a livello mondiale e ora stiamo cercando il Paese dove è meglio intervenire da dietro nei confronti della FIFA. Mi hanno fatto male, ma hanno anche dimostrato che quello che ho sempre pensato è vero. Infantino vuole limitare gli agenti e far nascere una banca della FIFA con cui controllare i trasferimenti, ma è solo una tattica per fare bella figura con l’opinione pubblica e non turbare i grandi sponsor dietro la FIFA. Vogliono tornare al totalitarismo comunista, che è illegale. Per questo va consentito ad un altro sistema di coesistere. Questo è il mio obiettivo, voglio aiutare a creare un calcio migliore e forzare tutti a pensare criticamente”.